Gli stupratori

Gli stupratori non sono fascisti, non sono immigrati, non sono clandestini, non sono alieni provenienti da una galassia lontana.
Gli stupratori sono stupratori. E sono il prodotto di una società maschilista da sempre di cui tutti noi facciamo parte e che spesso, senza nemmeno accorgercene, contribuiamo ad alimentare e cementare.
Finché continueremo a considerare stupri e femminicidi questioni etniche o ideologiche, finché continueremo a partecipare in silenzio alle vergognose strumentalizzazioni con cui la classe politica, per un pugno di voti, tratta queste problematiche, finché continueremo a ritenere stupri e femminicidi qualcosa di “altro da noi” e “a noi estraneo”, finché soprattutto non capiremo che la società maschilista che produce lo stupratore parte da lontano – molto più lontano di quanto possiamo sentire, da frasi apparentemente innocenti come “devi stare composta perché sei una bambina” – e che siamo noi, tutti noi, scendendo in prima linea, a doverla combattere e cambiare con la cultura, l’intelligenza e l’educazione, non cambierà mai niente.
E continueremo a essere complici di una società che nella sua più tetra normalità resta placidamente maschilista, producendo mostri.
E le donne continueranno a subire violenza e a morire.
Nella più assurda indifferenza.