Ginevra Di Marco – “Malarazza”

Lei è la splendida, meravigliosa Ginevra Di Marco. L’equilibrio perfetto tra cantautorato e musica popolare, con una voce potente, piena e sognante, a nostro modesto avviso, una delle più grandi cantanti della musica italiana contemporanea. Tragicamente sottovalutata se non addirittura ignorata, ha pagato la sua coerenza estrema, il suo andare sempre per la sua strada senza mai piegarsi alle logiche del mercato. Sempre a nostro modesto avviso, tutte virtù straordinarie.
Nel suo repertorio vasto e variegato, fatto di pop, rock, folk, album solisti e collaborazioni importanti (su tutte quella con CSI di Giovanni Lindo Ferretti), abbiamo scelto questa canzone, un brano molto popolare tratto da una poesia di un anonimo poeta siciliano portato alla luce a metà dell’ottocento. A rielaborare il testo nella forma attuale fu Dario Fo all’inizio degli anni ’70, per lo spettacolo “Ci ragiono e canto”, mentre a trasformarlo definitivamente in canzone fu Domenico Modugno nel 1977. Tra i due anche un’infinita vicenda legale, con Fo che accusa Modugno di aver utilizzato la versione da lui rielaborata, ma è una storia che non ci interessa molto.
Ci interessa che dal 1977 “Malarazza” (che nell’originale del poeta siciliano si chiamava “Lamento di un servo ad un santo crocifisso”) è diventata una canzone popolarissima, riproposta da moltissimi interpreti. Tra cui la nostra Ginevra Di Marco, che senza dubbio ne dà la versione migliore. La più intensa, la più sentita, la più sofferta.
È un’esortazione alla ribellione.
E la voce della Di Marco questo fa. Ci chiede di agire…

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