Le parole che non ti ho detto/ D come… (parte seconda)
D come…
DECUSSARE, ovvero quando due strade spietatamente diritte e ferocemente prive di sorprese sbaragliano tutto e tutti d’improvviso incontrandosi e, in quell’incontro inatteso, formano una X perfetta, talmente perfetta che per un attimo diventa centro del mondo e giustificazione della bellezza del mondo. Quando accade non si incontrano, non s’intersecano ma, esattamente e precisamente, decussano.
DEISCENTE, ovvero un termine usato solo ed esclusivamente in botanica, per indicare quel frutto che, giunto a maturità, si apre facendo uscire i semi in esso contenuti. Ma il linguaggio è invenzione ed evoluzione, e così oggi ho la pretesa e la presunzione di estendere questa parola a un significato astratto e figurato, e ho l’ardire di sostenere che deiscente è chiunque che, dopo un lungo e difficile percorso di maturazione e crescita interiore, finalmente se ne va libero e leggero nel mondo e tra gli uomini, felice di aprirsi e spargere nel mondo quei meravigliosi semi che brillano nell’anima di ognuno di loro. E che, quando li facciamo uscire, fecondano il mondo rendendolo migliore.
DISCRASIA, ovvero quel termine che in origine stava a indicare l’alterazione della composizione del sangue dovuta alla mancanza di alcuni elementi di norma in esso contenuti o, viceversa, alla presenza di elementi anomali. Termine che poi si è allargato fino a indicare un generale stato di squilibrio e alterazione della norma, in particolare riferendosi ad organi politici e ad apparati governativi. E davvero questa è forse è la prima delle parole perdute che dovremmo recuperare, proprio oggi, che ogni cosa che ci governa dal basso all’alto, dal piccolo al grande, è un’eterna e irrisolvibile discrasia, una tragica e terribile discrasia senza nulla di ciò che dovrebbe esserci e piena di ciò che non dovrebbe esserci.
… il vocabolario, per ora, si ferma qui… riprenderà a settembre, con la lettera E…
***per rileggere tutto il vocabolario scritto fino ad ora: www.riccardolestini.it/
