Le parole che non ti ho detto – D come… (parte prima)

D come…

DATITÀ, ovvero la certezza, il modo palese, incontronvertibile e indiscutibile in cui un oggetto, qualsiasi oggetto, si rivela alla nostra conoscenza. Ovvero, in un mondo claudicante e oscuro, tra presenti incerti e futuri imperscrutabili, quella sensazione improvvisa di solidità e spalle coperte di un qualcosa che finalmente è come dovrebbe essere e dove dovrebbe essere. Quel bisogno legittimo, almeno ogni tanto, di sapere che lì, proprio lì, dietro l’angolo della nostra ennesima mattina palpitante, non vi sono imprevisti.

DEBORDARE, ovvero quando qualcosa o qualcuno, l’astratto o il contratto, non trabocca semplicemente, non semplicemente straripa o sporge o viene fuori; ma esattamente quando quel traboccare o straripare è dato dall’incontro fatale tra volontà e istinto e, di conseguenza, il debordare è un fiume in piena inarrestabile che tutto travolge e inghiotte e risucchia.
Così il fiume che è solo istinto straripa, la pura volontà del fare viene fuori e l’ego che è fiume e fare, appunto, deborda.

DECAMPARE, ovvero il supremo atto di coraggio di recedere dalle proprie opinioni quando ci si accorge d’essere in errore; il sublime atto di grandezza di abbandonare le convinzioni in cui l’anima s’era incagliata per abbracciare qualcosa di nuovo; la magnificenza di ammettere un proprio errore e, cambiando prospettiva, operare per non commetterlo più.
Ovvero quell’azione che il mondo odierno non è più capace di compiere.

DECLIVIO, esattamente il pendio di un versante collinare o montuoso, quello scendere dolce, leggero e graduale. Che no, non è affatto una discesa, ma esattamente un declivio. Ed è un peccato avere parole così belle e non usarle mai…

(il vocabolario continua, venerdì prossimo… )

#leParoleCheNonTiHoDetto

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