E adesso cosa facciamo nuovo ministro?

In questo assurdo governo “fotocopia” fresco di composizione e giuramento, dove tutti sono rimasti al loro posto oppure hanno cambiato collocazione in base a un puro gioco di incastri, opportunità del momento ed equilibri incrociati (vedi Boschi, Lotti, Alfano… ), l’unica casella che pare non rispondere a questa logica è quella della Pubblica Istruzione. Che resta saldamente e fortemente renziana, ma non c’è, per l’ex ministro Giannini, un riciclo o una ricollocazione in altro ambito governativo.
Il che, unito al fatto che nell’elenco dei “miracoli” fatti dal suo governo in mille giorni Renzi non abbia minimamente menzionato la Buona Scuola, suona inequivocabilmente come un’ammissione di fallimento. Totale, assoluto e senza appello.
Ora, io non pretendo che davanti a questa evidenza il governo (quello di ieri o di oggi non importa, tanto sono uguali) chieda scusa a noi insegnanti, né che ammetta come il non averci ascoltati – e ascoltare non una banda di facinorosi, ma una classe di professionisti qualificati che, nel merito e in piena cognizione di causa, avvertiva e certificava il disastro che quella riforma avrebbe portato all’intero sistema – sia stato un suicidio politico e abbia portato la scuola pubblica nel baratro più assoluto.
Non chiedo tanto.
Vorrei semplicemente che il nuovo ministro Fedeli prendesse atto delle infinite pendenze e delle infinite questioni aperte e lasciate irrisolte dall’entrata in vigore della Buona Scuola.
E che, soprattutto, ci spiegasse cosa succede adesso, ad esempio come si evolve, se si evolve, la questione degli ambiti territoriali, come si risolve, se si risolve, lo scompenso e lo squilibrio negli organici creato dalla mobilità straordinaria, come si risolve, se si risolve, il disastro delle assegnazioni provvisorie, come si risolve il problema di un folle avvicendarsi di supplenti nei primi mesi di scuola, come si risolve il problema delle Graduatorie ad Esaurimento ancora da smaltire, come si risolve soprattutto il problema degli abilitati di II fascia non vincitori di concorso in relazione al limite dei 36 mesi di lavoro precario, come si risolve, se si risolve, la FOLLIA dell’organico di potenziamento.
Come si risolve tutto questo e molto altro ancora.
Da insegnante che lavora per lo Stato e che allo Stato è chiamato continuamente a rendere conto, per una volta vorrei davvero che si verificasse l’inverso. Ovvero che fosse lo Stato, finalmente, a rendere conto a noi docenti del suo operato.

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