JOHNNY CASH – “Folsom Prison Blues”

Anni ’60, Guerra Fredda in pieno corso.

Mettiamo un giovane ragazzo americano, militare di leva, è di stanza a Landsberg, in Germania Ovest. Ché a quei tempi là, a far la leva obbligatoria, ti potevano spedire fin laggiù.

E mettiamo che quel ragazzo, senza alcuna voglia di fare il militare, lontano anni luce da casa, dal suo mondo, dai suoi affetti e dai suoi amori, si sentisse praticamente in prigione.

E mettiamo anche che, durante una libera uscita, gli capitasse di vedere il film “Inside the walls of Folsom Prison”, ambientato in una delle carceri più dure e prive di speranza degli Usa.

E che dopo aver visto il film, gli venisse un groppo alla gola grande come una casa e ci si sentisse ancor di più, in prigione.

Poi mettiamo soprattutto che quel ragazzo fosse un artista, un musicista. Chitarrista e cantante, per la precisione.

E mettiamo che su quel sentirsi in prigione, quel senso di soffocamento, sulle mura senza speranza della prigione di Folsom, decidesse di scriverci una canzone.

E infine mettiamo che quel ragazzo si chiamasse Johnny Cash e che nel suo destino ci fosse scritto a lettere d’oro di creare incendi di anime e sentimenti a ritmo di folk e blues.

Mettiamo tutto questo e il risultato sarà per forza “Folsom Prison Blues”, un pezzo molto più che immortale.

Era il 1957 ragazzi, Guerra Fredda in pieno corso, Muro di Berlino ancora da costruire, Vietnam ancora da scoprire e sessantotto molto più che lontanissimo.

E Johnny Cash cantava “sparai a un uomo a Reno solo per vederlo morire…”

Buon sabato a tutti.

#jukebox

 

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