JUKEBOX 025 – Janis Joplin, “Cry Baby”

è andata che lei, questo scricciolo dalla pelle bianchissima, labbra sottili sottili e occhi ferocemente accesi di stupore disperato e gioiosa malinconia, sia andata giù giù, laggiù dove non arriva mai nessuno, a frugarsi a colpi di unghiate gli abissi più segreti e intricati dell’anima… e che poi, sempre lei, lo scricciolo dagli occhi immensi e le ginocchia fragili, abbia combattuto con i serpenti giganteschi abitanti di quegli abissi, li abbia afferrati, non sconfitti, ma presi, tenuti e che poi, con due colpi di fiato così potenti che a confronto i pugni di Alì erano carezze, li abbia soffiati via da quelle labbra sottili per sbatterceli in faccia come schiaffi e colpi di vento…

in gergo si chiama “attacco”, il momento in cui un interprete inizia a suonare o a cantare…

ma come fai a chiamare semplicemente attacco tutto questo?
e come fai a chiamare semplicemente interprete questo scricciolo dal vaffanculo facile e la poesia dappertutto? questo scricciolo dalla voce impossibile e miracolosa?
e come fai, in sostanza, a chiamare semplicemente canzone questa spaventosa onda d’oceano che siamo soliti chiamare “Cry Baby”?

… come fai a non ringraziare l’eterno fluire di cosmo e universo per averti regalato la voce graffiata di Janis Joplin?

… a tutti i vostri serpenti… alle volte che riuscite ad afferrarli e a sputarli fuori in un soffio di lacrima…

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