Giusto sei “domandine” di storia…

Con il cuore, con tutto il cuore, sono vicino a tutti quei colleghi che nei giorni scorsi pensavano di andare a sostenere un concorso pubblico a cattedra per l’insegnamento di Storia (classe di concorso Storia e Filosofia), e che invece si sono trovati catapultati in un agghiacciante dramma pirandelliano dell’assurdo.

Con la testa, e con tutta la lucidità di cui posso disporre stamattina, seguendo l’ottimo articolo di Ernesto Galli della Loggia apparso due giorni fa sul “Corriere della Sera”, mi chiedo anche io chi diavolo abbia mai potuto, nelle stanze del Ministero, concepire una prova simile.
E, soprattutto, perché.

Sei quesiti, giusto sei “domandine” (più due di comprensione del testo nella lingua straniera scelta dal candidato). Nello specifico: 1) l’arte della guerra (che nella domanda era indicato in inglese, “warfare”, che evidentemente fa più figo e dinamico) tra medioevo e prima età moderna, formulare un’unità didattica interdisciplinare in proposito concentrandosi sulle conseguenze socio-economiche della questione; 2) spiegare il sistema concettuale e analizzare un caso specifico della “nation building” (qui con l’inglese hanno toppato, visto che la domanda, anziché nation riportava “national”) dell’800 attraverso un percorso interdisciplinare; 3) la storia dell’Islam tra il VII e il XXI secolo; 4) partendo dall’elezione di Barack Obama, elaborare un percorso didattico sul razzismo e sulla storia degli afroamericani dal XVIII al XXI secolo; 5) l’evoluzione delle società attraverso i flussi migratori dal XII al XXI secolo; 6) spiegare l’utilità della disciplina storica per l’orientamento lavorativo degli studenti.

Ora: ci rendiamo conto?
Io penso che chiunque, docente o non docente, storico o non storico, possa rendersi conto a occhio della follia di una simile griglia di domande.
Ma lasciamo stare la difficoltà in sé delle domande (che comunque c’è e, da storico, posso dire che è una difficoltà estrema). La cosa più assurda è che il tempo a disposizione era di UN QUARTO D’ORA a quesito.
Di nuovo: ci rendiamo conto?
Come è possibile, in UN QUARTO D’ORA, elaborare un percorso non dico buono, non dico nemmeno decente, ma semplicemente presentabile, che sintetizzi QUINDICI SECOLI DI STORIA DELL’ISLAM? Oppure DIECI SECOLI DI FLUSSI MIGRATORI IN TUTTO IL MONDO?
Come si può soltanto pensare di riuscire a scrivere qualcosa di sensato e al tempo stesso vagamente esaustivo?

Ma non è finita qui.
La consegna raccomandava ai candidati di indicare, per TUTTI E SEI I QUESITI: definizione del problema, percorso didattico, bibliografia dei testi e bibliografia delle fonti, filmografia.
Il tutto, ovviamente, nel solito QUARTO D’ORA DI CUI SOPRA.

L’idea che alla base vi sia il tentativo di scremare il più possibile e fare per la prova orale una selezione molto più che ferrea, non regge.
Non regge perché questo non è un esame difficile, è un esame IMPOSSIBILE.
Non esistendo persona al mondo in grado di approntare una ENCICLOPEDIA UNIVERSALE in novanta minuti, chi avrà risposto decentemente a una, due o forse anche tre domande, per forza di cose avrà tralasciato il resto, mentre chi avrà risposto a tutto lo avrà fatto necessariamente – perdonatemi l’espressione – a cazzo di cane.
Quindi: quali mai potranno essere i criteri di selezione?
E poi: perché ai futuri docenti di lettere – che pure dovranno insegnare storia – relativamente alla disciplina storica, nella prova che hanno sostenuto a inizio mese, gli è stato chiesto soltanto di delineare una lezione sulla Costituzione? Forse secondo il Ministero i docenti di lettere devono insegnare una Storia diversa rispetto a quelli di Filosofia?

Mi ricordo un vecchio film grottesco con Paolo Villaggio.
Nella pellicola il papà di Fantozzi si trovava a partecipare al “Rischiatutto”, e al domandone finale Mike Buongiorno gli chiedeva NOME, COGNOME, DATA DI NASCITA e PROFESSIONE di TUTTI GLI SPETTATORI di una finale di Coppa dei Campioni.
Forse gli sceneggiatori sono gli stessi.
Peccato che questo non sia né un film né una parodia.

‪#‎resistenzeRiccardoLestini‬

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