23 maggio 1992

Il 23 maggio 1992 avevo solo 15 anni, ma non si dimentica, non si può dimenticare una giornata simile.
La successione convulsa di notizie, le immagini una dietro l’altra sempre più drammatiche, l’odore acre del fumo dell’esplosione di Capaci che arrivava dritto nelle narici anche attraverso il televisore.

Ma di quel giorno, l’immagine che continua a rincorrermi e a ricorrere nella mia mente, non è quella dell’autostrada sventrata dal tritolo, non quella delle lamiere delle macchine distrutte.
No, è un’immagine di tutt’altro tipo.
Era sabato, sabato pomeriggio, il 23 maggio 1992.
E la sera doveva andare in onda l’ultima puntata di “Scommettiamo che?”, il varietà di Rai Uno record di ascolti dell’epoca.
Ecco, l’immagine che continua a tornare viva nella mia mente è quella di Fabrizio Frizzi che, poco prima delle 21, a nemmeno quattro ore dalla strage, palleggiando con un pallone da basket, annuncia a 10 milioni di italiani che, quella sera, l’ultima puntata del divertentissimo e seguitissimo varietà, sarebbe andato in onda lo stesso.
E 10 milioni di italiani, quasi 11 per l’occasione, quella sera, avrebbero visto, riso, dimenticato.
Come nulla fosse.

Perché è lì, nel record di ascolti fatto da “Scommettiamo che?” la sera del 23 maggio 1992 che è iniziata la storia più contemporanea d’Italia, la storia peggiore dell’Italia di oggi, la storia della Seconda Repubblica con tutto ciò che significa, lì che abbiamo iniziato a diventare ciò che siamo oggi.

Il trasformare poi Falcone e Borsellino in “eroi”, cioè in qualcosa di completamente sovrannaturale, avulso dalla realtà (perché nella realtà la mafia non si combatte, nella realtà la mafia forse nemmeno esiste, ha fatto il resto.

Il resto di un mondo in macerie, che teme, dimentica e disprezza i suoi uomini migliori.

‪#‎resistenzeRiccardoLestini‬

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