“Ninna Nanna per una pecorella”, ovvero: la pericolosa favola che deve essere bandita dalle scuole

Una pecorella bianca, sul far della sera, smarrisce il gregge per seguire una stella.
Si fa notte, scende il buio tutt’attorno e anche la pecorella diventa nera.
La pecorella tenta prima di reagire, alla luce della luna raduna le sue forze e cerca un luogo sicuro. Ma ha tanta paura….
Fin quando nel buio compaiono due fiammelle. Cosa saranno? Le torce del pastore che la cerca per radunare il gregge oppure gli occhi di un lupo affamato?
E’ un lupo, in effetti ma un lupo…femmina!
Una mamma lupo con il suo piccolino.
E come tutte le mamme, poco importa che siano lupi o pecore, è buona e dolce, e calda e accogliente.
Mamma lupa raccoglie la pecorella smarrita come fosse sua figlia: “ti sarò mamma, casa e sentiero / ti darò sogni di erba e trifoglio/sonno di latte, letto di figlia”.
E in virtù di questo amore la notte torna chiara e stellata, la pecorella torna bianca e finalmente si addormenta al caldo tra le zampe di mamma lupa, accanto al lupacchiotto.

(“Ninananna per una pecorella”, di E. Bellini e M. Caccia, Topipittori editrice, è tra le prime favole che si chiede di mettere all’indice e bandire dalle scuole a partire dal prossimo anno, per assicurare la sana educazione dei bambini)

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