Il pericolo di una discoteca

Io le discoteche non le ho mai amate.
Non ci andavo nemmeno a 17, 18 anni… un po’ perché all’epoca mi atteggiavo ad alternativo antisistema, ma soprattutto perché mi facevano realmente cagare.
Sensazione e impressione immutate, a tutt’oggi.
Eppure non riesco a essere d’accordo con i provvedimenti di chiusura di cui tanto si discute in questi giorni.
Non perché – come tanti, adulti compresi, purtroppo fanno – voglia negare il giro di spaccio e l’abuso di droga che si consuma puntualmente in praticamente tutte le discoteche.
Tutt’altro: non solo non lo nego, ma lo denuncio con forza.
Se non sono d’accordo è perché mi sembra un sistema davvero poco serio di affrontare una tragedia immane come quella della droga “facile” in mano ai ragazzi, delle morti assurdamente brevi per overdose.
Quando avremo chiuso tutte le discoteche, cosa faremo?
Chiuderemo i concerti?
Chiuderemo, i parchi, le strade?
Chiuderemo i bagni delle stazioni?
Chiuderemo gli androni dei palazzi di periferia dove dosi letali si vendono a prezzi irrisori (e chi è minimamente onesto sa che non c’è bisogno di arrivare a Scampia per vedere scene del genere)?
Oppure ci stiamo illudendo – o meglio ci vogliamo illudere, per lavarci la coscienza – che la serrata delle discoteche sia la soluzione a questo dramma gigantesco?

Non sarebbe meglio che la coscienza non ce la lavassimo proprio, ma che invece la mostrassimo così com’è e ci prendessimo davvero, ognuno di noi, la propria parte di responsabilità?
La responsabilità di una società dove l’educazione – familiare o scolastica – è spesso pigra, debole, fragile, priva di mezzi e abbandonata a se stessa, la responsabilità di un tessuto sociale inesistente, la responsabilità dell’impossibilità di costruire una società sana, forte, che sappia educare al bello e fornire alternative.
E mostrassimo coraggio. Il coraggio di non sprecare fiato a discolparci e usare tutta quell’energia per colpire con la stessa forza e veemenza il gigantesco giro internazionale, criminale e mafioso, dello spaccio di droga?
Quella sarebbe una risposta, quella sarebbe una soluzione.
Forse per questo non viene presa nemmeno in considerazione: non farebbe comodo a nessuno.
Allora continuiamo così.
Tanto un morto in più cosa vuoi che sia… forse, per certi versi, è addirittura auspicabile.
Negli anni 70-80 con l’eroina andò esattamente così.
Mi pare stia per succedere ancora.

RL