Una donna senza un uomo è come un pesce senza bicicletta

Questa frase comparve per la prima volta – anonima – su un muro dell’Università del Wisconsin nel 1969. L’autrice ‘originaria’ forse fu tale Gloria Steinem, forse Irina Dunn.
Ma non importa.
Quel che conta è che fu uno degli slogan più acuti, geniali e dissacranti dell’intero movimento femminista mondiale.
Lo scrivo così, oggi, perché in tempi di fasulla parità sessuale, di donne sempre più messe in vetrina e glorificate per la mera esibizione del proprio corpo, di femminicidio in crescita esponenziale, di revival del più becero machismo-maschilismo-sciovinismo, di mondo sempre più maschiocentrico, vorrei leggerlo e sentirlo più spesso, questo slogan, e non solo l’8 marzo.
In sostanza, vorrei tornasse il vero femminismo. Quello così vero da destabilizzare.
Così vero e autentico che io ne sarei escluso. Perché, uomo, non potrei mai capire.
Perché, in fondo, sarei solo una bicicletta vista da un pesce….

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