Ciao

Ciao ragazza e donna e amore.
Ciao.
Ricordi, era inverno, e il mio volto era livido e affamato della tua pelle, le mie mani accese di speranza e corrose di aspettative. E mi frugavo in tasca, quasi tragico, in cerca di parole e pensieri e sigarette sempre nuove per parlarti ancora e sorprenderti e vederti finalmente cadere. Mi dicevi ciao ogni volta frenando bruscamente sulla tua porta, ciao netto e deciso, ciao a presto ma senza aggiungere dove e quando e perché.
Ciao ragazza e donna e amore.
Ciao. Vedi? Oggi le sere hanno ancora luce e gli organetti scassati suonano “Cielito lindo” in piazza Sant’Ambrogio, ma il nostro passeggiare e sfiorarci e guardarci e viverci finisce ancora alla tua porta e ancora tu mi dici ciao, ma io non spero e non credo più. E ti amo sempre. Il mio cuore s’è fatto nero nel capirti e nell’impararti senza più aspettarti, e più non ti cerco tra la folla perché ormai tra mille riconosco i tuoi vestiti e il tuo passo.
Ciao ragazza e donna e amore.
Ciao.
Lo sai? Oggi so accarezzare i tuoi ciao senza disperazione e ho imparato ad andarmene dalla tua porta spettinato come sempre e a separarmi da te con le spalle sgombre d’angoscia. Oggi so andarmene via nelle mie scarpe sfondate e separare ogni cosa. A te resta la vita e a me la poesia, a te il vento che ti spargo addosso e a me l’immensità d’un amore mai consumato, a te la polvere del cuore e a me i tuoi occhi che pure non sono mai per me.
Ciao ragazza e donna e amore.
Ciao.
Berrò il tuo ennesimo ciao stanotte, mescolandolo a birre ghiacciate e ricordi tra le dita. Terrò stretta la mia follia, la mia sconsiderata e incomprensibile gioia di vivere e anch’io finirò per gridarti ciao nel buio d’una strada che nessuno conosce. Griderò ciao, ti amo, non ti aspetto, ciao, mi commuovi, ciao, sei la mia gioia, ciao, ti amo, ciao, non mi ami, ciao, non m’importa niente che tu non riesca a sentirmi.
Buonanotte, ciao.

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