Vietato dire “Ogni fottuto Natale”

Sono molto amareggiato. Davvero.
Mi riferisco a quanto accaduto, e a quanto sta accadendo, attorno al mio libro OGNI FOTTUTO NATALE.
Poca roba, se confrontata con le cose DAVVERO importanti. Ma mi fa male lo stesso.
In sintesi, per chi non ne sapesse nulla: il libro è in uscita questi giorni, e come è normale che sia in questi giorni si intensificano i post che lo presentano e lo pubblicizzano.
Sotto uno di questi post, nella mia pagina

Riccardo Lestini – storie, universi, r-esistenze

, da stamani si è scatenato un piccolo delirio. Una visitatrice particolarmente zelante, per via del titolo, mi urla di vergognarmi, mi accusa di blasfemia. La prendo più o meno a ridere, visto che il commento è involontariamente comico: strafalcioni grammaticali e sviste fatali per cui l’accusatrice finisce assurdamente e senza volerlo per scrivere la più sonora delle bestemmie. Ma questo commento ne scatena altri, dove mi si insulta pesantemente e apertamente, apostrofandomi nei peggio modi, augurandomi l’inferno e altre cose più o meno irripetibili. Sempre per via del titolo del mio libro.

Della cosa se ne discute in un altro post. Solidarietà generale, inevitabili risate e inevitabile sarcasmo per l’involontaria comicità di cui sopra. E anche qualche appunto. Ovvero, per qualcuno non sarebbe corretto mettere alla berlina qualcun altro solo perché non sa esprimersi correttamente. E per qualcuno, pur condannando gli insulti ricevuti dal sottoscritto, il titolo del libro sarebbe comunque sgradevole e offensivo. Legittimo pensarlo, anche se non condivido. Meno legittime le insinuazioni secondo cui su questa cosa ci starei sguazzando per farmi pubblicità. Ma tant’è.
Poi succede che mi arriva un messaggio, da parte dell’amministrazione di Facebook. Mi informano che il mio post, quello dove si pubblicizza il libro e sotto cui la signora ha scritto di vergognarmi e altri mi hanno pesantemente insultato, E’ STATO BLOCCATO DIETRO SEGNALAZIONE DEGLI UTENTI IN QUANTO RITENUTO OFFENSIVO (lo stesso post, bene precisarlo, era stato precedentemente approvato dalla stessa amministrazione del social).
Ovvero. Non sono offensivi i commenti in cui mi si accusa di blasfemia, non sono offensivi i commenti in cui mi si insulta. ma è offensivo IL TITOLO DEL MIO LIBRO.
Attenzione, capiamoci: il TITOLO, non il contenuto.
Il contenuto nessuno lo conosce né nessuno dei “contestatori” si è preoccupato di chiedere qualcosa in proposito, prima di sparare a zero.
Un titolo.
Un – proprio il caso di dirlo – fottutissimo titolo.
Peccato, perché personalmente è il libro più “spirituale” e “cristiano” che abbia mai scritto. Ma non importa, tanto non lo saprete mai.
Allora, tanto per chiuderla qui e mettere le cose in chiaro, io non prendo in giro l’ignoranza. Non mi permetterei mai. Anche perché IO sono ignorante, in un sacco di cose. In una marea di cose. Ma in queste cose che non so, ho l’umiltà di tacere. E di ascoltare.
Quella che io ho “messo alla berlina” non è l’ignoranza di scrivere “HABBIA” con l’H, ma la violenza. La violenza di pretendere di parlare di ciò che non si conosce. Di sputare violentemente sentenze su un libro soltanto per un titolo. Di avere la faccia tosta di giudicare IN NOME DEL CRISTIANESIMO, che ha come principio fondamentale la negazione del diritto di giudicare gli altri.
La violenza di BLOCCARE UN POST facendolo CENSURARE.
Per rispondere anche e soprattutto a chi mi ha accusato di sfruttare le polemiche per farmi pubblicità: fermo restando che non è questo l’intento con cui ne ho parlato, e fermo restando che di farmi pubblicità ne avrei comunque tutto il diritto, come vedete, le polemiche mi hanno portato tutt’altro che visibilità. Hanno portato all’oscuramento di un post su cui, per pubblicarlo, erano stati investiti dei soldi.
E con questo basta. Tornerò a parlare dell’argomento solo ed esclusivamente in merito al CONTENUTO del libro.
Mi tengo la mia amarezza e la mia delusione.
Ma anche la mia dignità.
Visti i tempi, tanta roba.
Buona serata.

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