Pubblicità regresso

Distribuite gadget a forma di feto senza provare un minimo di vergogna.
Parlate di famiglia tradizionale (intendendo, come avete scritto e ripetuto a chiare, chiarissime lettere: padre capofamiglia, madre custode del focolare e uniti in matrimonio da Santa Romana Chiesa, figli) e vi fate sponsorizzare da politici che hanno collezioni di divorzi, separazioni, figli acquisiti e matrimoni mai celebrati.
Citate Mussolini, “la donna deve obbedire perché è analitica e non sintetica” (che già non voleva dire un cazzo novanta anni fa), sognando un mondo dove la donna torni a essere sottomessa.
Mandate sul palco – e li applaudite – urlatori che sbraitano “il tumore al seno colpisce le donne che non fanno figli” presentando il tutto come verità scientifica.
Insultate le donne che dicono “il mio corpo mi appartiene”, giustificate gli stupratori perché le donne provocano, salite sul palco per dire tra le righe che i femminicidi aumentano perché le donne non sanno più stare al loro posto.
Dite che l’omosessualità è una malattia, la identificate con la pedofilia e rivendicate il fondamento degli abomini che pronunciate.
Nel giorno in cui gli orologi vanno avanti di un’ora, voi li riportate indietro di mille anni.
Parlate continuamente di “padre” e “madre” come fossero categorie astratte, senza mai preoccuparvi delle “persone” e della loro capacità di essere o non essere genitori.
Disprezzate chi non è come voi, lanciate strali e anatemi contro chi ha scelto di credere in altre cose, in altri valori, urlate e augurate dannazione eterna e atroci sofferenze a chiunque viva una vita diversa dalla vostra.
E oggi, che è domenica, siete tutti in chiesa a leggere il Vangelo e a parlare di amore universale.

Complimenti.