Sono solo canzonette (o di vari e svariati calci in culo)

Ma io dico, è mai possibile ogni volta che si avvicinano le elezioni – politiche/europee/amministrative che siano – si ripeta sempre la stessa identica storia? E che io debba sempre ripetere le stesse identiche cose?
Sì, visto che accade, evidentemente è possibile.
E allora via, armato di santa pazienza, procedo a ridire e a riscrivere le solite cose di sempre.

1)Cari Pd, Possibile, Sinistra Italiana o come diavolo avete deciso di chiamarvi, io non so davvero perché continuate a cercarmi, perché ogni volta ci riprovate come niente fosse, visto che una buona parte del mio tempo la impiego a scrivere articoli in cui parlo male di voi. Evidentemente non li leggete. Oppure, ipotesi peggiore e quindi più probabile, li leggete ma in tempi in cui il vostro mestiere diventa quello di raccattare consensi in ogni dove, raschiare il fondo del barile e ottenere in qualsiasi modo più facce possibili da spendere per vincere, ve ne fregate, fate finta di niente e improvvisamente iniziate a sperticarvi in lodi fuori luogo che esaltano “la grandezza della mia arte”.
A parte questo, non vi rendete conto quanto sia tragicamente paradossale e oggettivamente squallido che dopo mesi e mesi di silenzio, tutti insieme, alla vigilia delle elezioni, riprendiate ad attaccarvi al mio telefono chiedendomi di partecipare a iniziative, di portare un mio monologo o una mia lettura a questo o a quell’altro pubblico incontro elettorale?

2)Cari Pd, Possibile, Sinistra Italiana eccetera eccetera… lo sapete: non sono mai stato, non sono né mai sarò un vostro elettore. Perché dovrei prestare la mia faccia e le mie parole per campagne elettorali in cui non credo? In base a quale principio? In base al solito trito ritornello che mi ripetete a ogni telefono secondo cui “siamo tutti di sinistra”, “dobbiamo unirci in queste occasioni per impedire che trionfino destra e populismi”?
Be’, cari miei, anche se siamo “tutti di sinistra” (ma non credo), di certo io non sono come voi. E la sinistra in cui credo non siete voi. E, cosa più importante, una vostra ipotetica vittoria non la vedo meno pericolosa di quella della destra o di quella dei populismi.
Insomma cari tutti, quante volte ancora sarò costretto a ripetervi che non spenderò mai una singola parola in vostro favore?

3)Perché vedete, è vero, io in passato ho partecipato spesso e volentieri a iniziative politiche, spesso e volentieri ho messo la mia faccia in cause e battaglie.
Ma, particolare non da poco, erano cose in cui credevo, ed ero disposto a tutto pur di portare un mio contributo.
Oggi voi, quando mi nego e vi rispondo no, mi date del disfattista, mi portate ad esempio altri artisti che continuano a esserci e partecipare. Ma, con tutto il rispetto per loro, o sono molto ingenui o sono molto in malafede. Nel senso che hanno qualche debito pesante da saldare con voi. E la cosa non mi stupirebbe, visto che nel corso degli anni vi ho visti trasformare il voto di scambio nel vostro unico credo.
Io per fortuna, quando mi sono speso, oltre a credere in quel che stavo facendo, non ho mai chiesto né ottenuto niente in cambio. Anzi, semmai ho ricevuto sonori calci in culo. Ovviamente, sempre da voi.
Devo forse ricordarvi eventi memorabili come il farmi fuori dalle Feste de l’Unità (allora esistevano ancora) per un’estate intera dopo che mi rifiutai di sottostare alla richiesta esplicita di un esponente provinciale DS, che ebbe il coraggio di chiedermi di scrivere dal nulla un monologo sulle opere ambientali da spendere per la sua personale campagna elettorale?
Oppure quando l’Unità (non questa di Renzi, quella che in qualche modo aveva ancora qualche pallida ragione di esistere) scelse di tacere sull’aggressione che subii sul palco da parte di un gruppo di fascistelli inferociti? Il tutto perché stavo parlando di G8 e non avevo paura a dichiarare le gravi e dirette responsabilità (pari a quelle del centrodestra) del centrosinistra?
Oppure quando un segretario comunale mi chiese di tagliare dal mio spettacolo il passaggio sulle malefatte del Ministro Bianco?
Potrei continuare a lungo, ma mi fermo per decenza.

4)Capite, io forse ho sbagliato tutto nella vita, eppure ho sempre continuato a fare e a dire soltanto cose in cui credevo.
Perché io quando scrivo sono un bambino. Non ce la faccio ad avere malizia, a fare calcoli di opportunità e necessità. Vi ricordate la canzone di Bennato? “Sono solo canzonette”? Vi ricordate quando dice “e nei sogni di bambino/ la chitarra era una spada/ e chi non ci credeva era un pirata (…)/ e la voglia di volare forse mi è venuta proprio allora/ forse è stata una pazzia/ però è l’unica maniera/ di dire sempre quello che mi va”?
Ecco, sostituite la parola “chitarra” con “penna” e capirete cosa intendo io per “scrivere”.

Quindi non chiamatemi più.
E se proprio vi viene voglia di farlo, prima di alzare la cornetta, ascoltate questa canzone. Vedrete che la voglia vi passerà.

“non mettetemi alle strette/ e con quanto fiato ho in gola/ vi urlerò non c’è paura/ ma che politica, che cultura/ sono solo canzonette… “