La fusione

Il neoliberismo ci ha tragicamente abituati alle fusioni selvagge di imprese per creare mostruose portaerei capaci di fagocitare l’intero mercato e distruggere le piccole imprese, le aziende locali e le eccellenze artigianali.
La fusione tra Mondadori e Rizzoli getta però un’ulteriore ombra su tutto questo.
L’imminente creazione di un “mostro” editoriale in grado di assorbire poco meno del 50% del mercato editoriale nazionale avrà delle conseguenze devastanti non soltanto nell’economia libraria, ma anche (forse soprattutto) nella nostra cultura, nella circolazione di idee e pensieri.
Lasciando stare questioni che mi toccano direttamente sul piano personale (che ne sarà di noi scrittori indipendenti, che pubblichiamo con medi e piccoli editori? Che fine faranno i nostri libri, già ora alle prese con battaglie estenuanti per ottenere il semplice arrivo in libreria e per avere un minimo di visibilità negli scaffali?), parliamo di un paese, l’Italia, già strutturalmente in crisi dal punto di vista culturale, dove solo il 50% degli abitanti legge almeno un libro l’anno, dove appena il 10% è lettore per abitudine e consuetudine. In una situazione simile, la nascita del colosso già ribattezzato “Mondazzoli” sarà a dir poco devastante.
Almeno la metà dei piccoli editori, già ora agonizzanti, spariranno nel giro di pochissimo tempo. Ma non sarà solo il principio economico della libertà d’impresa a essere calpestato, ma quello prettamente culturale della pluralità delle voci, lo stesso principio fondante dell’attività editoriale.
Sarà infatti anche la grande editoria ad andare in frantumi. Anche se la gigantesca “Mondazzoli” garantirà piena libertà di scrittura ai propri autori, il 50% dell’editoria italiana avrà i medesimi criteri di selezione, le stesse collane, lo stesso target, gli stessi gusti, stili simili, cancellando per sempre il quid più profondo del complesso panorama della scrittura: la varietà, la diversità, la pluralità di voci e stili.
Avremo meno scrittori, meno scelta, meno lettori, meno libri.
Il che equivale a dire meno intelligenza, meno coscienza critica, meno pensiero, meno bellezza.
Meno libertà.
E visto cosa è già la situazione attuale, ciò che si prospetta è qualcosa di molto simile a un’apocalisse.

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