I titoli più assurdi dei quotidiani italiani

Oggi si ragiona di giornalismo. O meglio, di ciò che in termini editoriali viene definito REFUSO, vale a dire ERRORE DI STAMPA, quel qualcosa che sfugge in sede di revisione e correzione bozze, così per i libri come per i quotidiani.
Il refuso può essere di vario genere, dal semplice errore di battitura (i principali motivO), alla svista con omissione di una parola (tanto va la gatta al lardo che ci lascia zampino), fino ad arrivare a quel che preferiamo, e cioè al DOPPIO SENSO INVOLONTARIO.
Ma procediamo con ordine e calma. Non ricordo chi, ma qualcuno l’ha fatto, disse una volta che un libro perfetto è quello contenente un refuso. Non quello che non ne contiene nessuno (troppa maniacalità), e nemmeno quello che ne contiene dai due in su (evidente sciatteria), ma quello che ne contiene uno. Una provcazione senz’altro, ma che vuole sottolineare una grandissima verità: in un volume di centinaia di pagine, con decine e decine di migliaia di parole, è impossibile che non vi sia nemmeno una vista.
Chiaro che quando dai libri si passa a ragionare di quotidiani il discorso un pochino si complica. Un libro viene editato con un lavoro che dura molti mesi, per un quotidiano gli spazi sono ristrettissimi: meno, molto meno, di ventiquattr’ore. La conseguenza è che i refusi, nei quotidiani, abbondino ogni giorno.
Quindi noi, per quanto stronzi, cattivi e bastardi inside di natura, non vogliamo certo star qui a mettere in croce i poveri giornalisti/titolisti/correttori bozze per le sviste quotidiane che invetabilmente il loro lavoro comporta, ci mancherebbe altro (pure noi, in questo blog, chissà quante minchiate facciamo in questo senso…). Semplicemente, a volte, questi errori, queste sviste, son così CLAMOROSI da produrre EFFETTI ESILARANTI, così giganteschi che ti viene da dire, oltre che “all’anima del refuso”, ma come minchia hai fatto a non accorgerti??
Stiamo parlando proprio dei DOPPI SENSI INVOLONTARI di cui sopra. Per scrivere sto post abbiamo scandagliato la storia e monitorato gli archivi per darvi IL PEGGIO DEL PEGGIO del giornalismo italiano.
E vediamo un po’ cosa diavolo è venuto fuori…
NAPOLI BLASFEMA
Iniziamo con “il Mattino” di Napoli, che il 22 giugno 2006 riuscì a far uscire in cronaca un articolo con questo titolo
Non potendo commentare (qualcuno ci denuncerebbe senz’altro), lasciamo parlare soltanto la foto
CAMBIANDO L’ORDINE DEGLI ADDENDI IL RISULTATO CAMBIA DI BRUTTO
Nel 2009 nel nord est si verificò uno dei tanti terrificanti casi di violenza domestica sulle donne. Come al solito, un orrendo marito violento e manesco, pensò bene di mandare all’ospedale la povera moglie nei modi più atroci possibili.
I giornali, giustamente, diedero alla vicenda ampio risalto.
A smerdare un evento così serio e a trasformarlo in barzelletta ci pensò “il Corriere del Veneto” che, nemmeno in prima pagina, ma direttamente nel foglio della LOCANDINA PER LE EDICOLE riuscì a scrivere:
Ora si sa, la lingua italiana nasce con la poesia, è pertanto l’idioma delle licenze e delle libertà stilistiche… ma è ovvio che in questo caso, mettendo il predicato verbale PRIMA del complementodi mezzo, il senso finale della frase ne risente paurosamente…
UMORISMO NERO
Metà degli anni ’90. In cronaca, “Brescia Oggi”, annuncia il triste evento:
Più che di un correttore bozze in genere, in redazione pare abbiano bisogno di un selezionatore di termini… perché insomma, questa notizia, è buona o cattiva??
A VOLTE RITORNANO
Chi l’ha detto che Dylan Dog è solo un fumetto?? O che Dario Argento e Stephen King sono solo fantasiosi artisti visionari??
I morti viventi, gli zombie, esistono davvero. Almeno secondo “il Corriere del Mezzogiorno”, che nel 2001 scrive:
TUTTO HA UN PREZZO
Anche l’Ansa vuole la sua parte. L’agenzia di stampa più importante d’Italia, per non essere da meno delle testate cui smista gran parte della notizia, titola sul suo sito:
Visto che tutto ha un prezzo, specie di questi tempi, difficile realizzare subito che si sta parlando di Passera con la P maiuscola, cioè l’ex ministro…
IN TEMPI DI CRISI…
In tempi di crisi ormai siamo abituati a raschiare il fondo del barile e a inventarci di tutto pur di sbarcare in qualche modo il lunario.
I marchigiani, ci dice “il Messaggero” il 4 gennaio 2012, si organizzano così:
ignoti, gli esiti della ricerca…
BUONE NOTIZIE PER I PIROMANI
Avete il vizio del fuoco e degli incendi? Buone notizie per voi: non avrete mai bisogno del viagra, parola de “il Resto del Carlino”:
OVVIETÀ
Niente da commentare su quanto scrive “la Nazione Prato” il 30 luglio del 2012… basta il titolo nudo e crudo:
TRAGEDIA IN SLOVENIA
Piena solidarietà al popolo maschile sloveno, che stando a quanto scrive “il Gazzettino del Friuli” in data 11 ottobre 2012, è stato colpito dalla peggiore delle catastrofi possibili:
Interessante anche il sottotitolo… ora rafforzate gli sconti come in Lombardia…
IL CAPOLAVORO
Ma il capolavoro assoluto, a nostro modesto parere, lo ha realizzato “il Secolo XIX” di Genova, che nei primi anni ’90, nella pagina sportiva, annunciava così la promozione del Fiorenzuola dalla serie D alla C2:
Dura, molto dura a capire che a mandare ko Sanmargheritese fosse stata la tripletta dell’attaccante Stefano Pompini, e non un festino a luci rosse la sera prima…
LA LEGGENDA
Chiudiamo con una leggenda della quale, essendo appunto una leggenda, non possediamo un documento fotografico che ne possa attestare la veridicità…
Fonti autorevoli raccontano che all’inizio degli anni ’80, dopo un maxi raduno di fedeli per celebrare la Vergine Maria, la redazione del quotidiano cattolico “l’Osservatore Romano”, abbia commesso il tragico errore di titolare, a caratteri cubitali e in PRIMA PAGINA, anziché “milioni di fedeli per il culto della Madonna”:
MILIONI DI FEDELI PER IL CULO DELLA MADONNA
Sempre la leggenda narra che il panico scatenatosi tra le alte sfere cardinalizie, tanto abbia fatto da far ritirare tutte le copie del giornale già in primissima mattinata, facendo così sparire l’orrore.
Pochissime centinaia di fortunati, oggi, sarebbero in possesso della perla preziosa e irripetibile.
E, giustamente, la custodiscono gelosamente.

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