Suite dublinese

Dublino Dublino e strade come fasci di grigio e quasi occhi di bue. E tu mio esule amore li diresti specchi incrinati da malinconie che non braccano né inseguono ma lasciano sapori rappresi nell’aria come riverberi di fiume e riverberi di Liffey. E io dico piuttosto macerie gloriose che impastano odori di torba e d’oceano.

Dublino Dublino che bruci che bruci senza fiamme sull’O Connel Bridge quando il tramonto è così sottile e oh tramonti sottili d’Irlanda e mai visto tramonti così sottili. E tu amor selvaggio vedessi Dublino che brucia e quei sogni smisurati come carezze d’erica fiammeggiante.

Dublino e le notti all’O Shea le pareti incrostate e poesie per forza e Guinnes maledetta e c’è da annoiarsi a Dublino mio giovane amor se non s’amano i silenzi. E a volte i silenzi erano lunghe come le strade che portano fino alla Dublin Bay dove camminando a piedi scalzi sapevo morire e risorgere nell’arancione di finestre accese spruzzato di spuma.

Dublino e Temple Bar e vent’anni e sempre vent’anni anche oggi quasi il doppio mio amor rampicante. Oggi che racconto e ti racconto Dublino a spicchi dove tutto è verde e infinito….
…dove ovunque è questa canzone…

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