Io sono un insegnante

Io sono un insegnante.
Ecco, immaginate che io sia l’insegnante dei vostri figli. E immaginate che improvvisamente, d’estate, inizino a circolare sui social video e foto in cui tracanno moijto, sparo in console il remix dell’inno nazionale e sbavo sul culo e sulle tette di una cubista.
Cosa fareste?
Ve lo dico io senza aspettare la risposta: saltereste sulla sedia, vi indignereste, scrivereste parole di fuoco contro di me, direste come sia intollerabile che un educatore si mostri così, sproloquiereste sui cattivi maestri (ovviamente di dimostra), sui pessimi esempi dati ai ragazzi, sulla mancanza di serietà della scuola. Vorreste la mia testa, il mio allontanamento, la mia radiazione.
Voi, proprio voi.
Gli stessi che mi Bollate come “moralista” per aver osato criticare le gesta balneari del Ministro.
Gli stessi, esattamente gli stessi – simpatizzanti, sostenitori, scudieri, adepti – che in questi giorni difendete a spada tratta “il Capitano” dalle critiche per le performance al Papeete Beach al grido di “è un uomo come tutti gli altri e avrà diritto a divertirsi”.
Gli stessi, esattamente gli stessi che sbandierate l’idea che chi comanda e vi rappresenta debba essere come voi non per sentirlo più vicino, ma per dare libero sfogo, senza sentirvi in colpa, alle vostre meschinità più mediocri.

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