Benvenuti nel 2017

Carissimi tutti, bentornati bentrovati e, soprattutto, benvenuti nel 2017.
Che certo, oggi è il 16 gennaio e quindi, a occhio e croce, il 2017 sarebbe iniziato da un pezzetto.
Ma noi, come sapete, si torna a scrivere oggi dopo la lunga pausa natalizia, perciò per questo blog il 2017 inizia oggi e oggi vi facciamo e ci facciamo gli auguri.

Lunga pausa natalizia, si diceva e si scriveva. Che ci ha ricaricato le pile, rinfrancato lo spirito e, soprattutto, evitato una marea di beghe. Perché non scrivere, non pubblicare nulla e starsene zitti zitti sotto le feste a qualcuno può sembrare una mossa sbagliata, del tipo la gente è a casa, ha più tempo di leggere e commentare quindi proprio in questi giorni andrebbero intensificati i post.
Invece, dal nostro punto di vista, pausa assolutamente strategica, piuttosto e anzicheno.
Sì, perché sotto le feste la gente non è a casa, non ha piàù tempo per leggere e commentare. La gente sotto le feste è semplicemente pazza, con addosso quintali inverosimili di stress e tensione che la rendono furiosa, impossibile, irragionevole, potenzialmente omicida.
Una follia che, si badi bene, interessa tutti quanti, nessuno escluso. Tanto i “pro Natale”, dai più estremisti ai più moderati, che diventano feroci e sbavanti nella celebrazione della loro festa preferita ((mi permetto di segnalare un tizio di Faella, provincia di Arezzo, che ha installato un sistema di luminarie nel giardino che ha la stessa potenza dell’impianto luci dei Pink Floyd, e che comprende effetti fantasmagorici di animali in movimento… che tu arrivi e pensi di aver trovato il parco giochi del paese, mentre invece è la casa di un pivato), quanto gli “anti Natale”, pure loro feroci e sbavanti nell’attaccare il Natale e chi lo festeggia (i più moderati puntano sull’ipocrisia della festa, gli estremisti arrivano a settantadue minacce di suicidio al giorno).
Sui social, pure chi è neutrale (e noi apparterremmo a questa terza categoria), è costretto a diventare feroce e sbavante per sostenere le ragioni della propria neutralità. Ergo, onde evitare, si è preferita la ritirata riposante e defatigante.

Ad ogni modo, come si dice: anno nuovo vita nuova!
Ci siamo lasciati che imperversava in ogni dove il “totogoverno”, ovvero quanto sarebbe durato l’esecutivo guidato da Gentiloni e quando si andrà al voto, e ci ritroviamo che imperversa in ogni dove il “totogoverno”, ovvero previsioni su quanto durerà Gentiloni e quando andremo a votare.
Ci siamo lasciati con le aree colpite dal sisma abbandonate al loro destino e ci ritroviamo con le aree colpite dal sisma sempre più abbandonate al loro destino.
Ci siamo lasciati con migliaia di cadaveri galleggianti nel Mediterraneo e ci ritroviamo con migliaia di cadaveri galleggianti nel Mediterraneo.
Nel 2016 c’era un caso conclamato di violenza sulle donne ogni tre giorni. Ora siamo nel 2017 e pare la media sia in aumento. Come sono in aumento le donne che non denunciano le violenze subite o che difendono i loro carnefici. Di tutto questo vorrei anch’io dare la colpa a Barbara D’Urso, ma temo il problema sia molto più complesso e profondo.
Nel 2016 (e nel 2015, 2014, 2013 ecc… ) abbiamo gridato più e più volte come gli edifici scolastici, almeno più della metà, cadessero letteralmente a pezzi e mancassero dei servizi più elementari e indispensabili. Ci rispondevano che noi insegnanti siamo capaci solo di lamentarci. Nel 2017 una quantità incalcolabile di scuole è senza riscaldamento e gli alunni vengono rimandati a casa. Gli insegnanti avevano ragione? No, semplicemente ogni scusa è buona per non lavorare.

Tutto a posto e niente in ordine, come sempre, comunque e tuttavia.
Noi, da parte nostra, ripartiamo a tempo pieno (dalla settimana prossima prenderanno il via le nuove rubriche, a breve i dettagli) e andremo dritti dritti, senza più pause, fino a luglio, fino all’estate.
Un’ultima cosa, a proposito di estate. O meglio a proposito di stagioni.
È gennaio. Metà gennaio per la precisione. Quindi, se non erro, significa che siamo in inverno. E in inverno, sempre se non erro, nell’emisfero boreale generalmente fa freddo. Spesso anche molto freddo. A volte pure freddissimo.
Il tutto almeno dai tempi dei sumeri, credo.
Nonostante questo, da quello che leggo e da quel che sento in giro, con lo stesso stupore con cui l’uomo preistorico scoprì il fuoco, i cittadini italiani hanno scoperto, nel 2017, che a gennaio può fare freddo. Molto freddo.
E poi si dice che tutto è stato detto, tutto è stato fatto e non ci si stupisce più di niente…

#resistenzeRiccardoLestini

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