Il 68 a scuola

Oggi con la mia quinta – che è una splendida quinta – a storia ho fatto il ’68. Abbiamo parlato di come e perché la gioventù di tutto il mondo, da San Francisco a Parigi, da Roma a Praga, da Berlino Ovest a Pechino, si fece movimento di contestazione. Delle rivendicazioni, delle piazze, di un mondo che andava per forza cambiato. Abbiamo parlato della California, di Berkley, della Summer Of Love, degli hyppies e del pacifismo, dei diritti civili e del femminismo, di Woodstock e di Jimi Hendrix che all’alba suona “Foxy Lady”.
E’ stata una lezione bella e importante. Non certo perché l’abbia fatta io, ma perché i ragazzi la volevano, ne avevano bisogno, c’erano dentro. Totalmente. Il loro interesse, le loro domande e pure la loro sublime leggerezza nel commentarla lo confermava ogni attimo.
Così come bella e importante era stata la scorsa settimana, quando abbiamo parlato dell’Italia da ricostruire, di De Gasperi e del centrismo, di Tambroni e del piano Solo, del boom economico e dell’autostrada del sole, di Enrico Mattei e dell’ENI.
E così come spero sarà bella e importante la settimana prossima, quando parleremo di strategia della tensione, di anni di piombo, di Aldo Moro.
Oggi li ho pure interrogati. E mi hanno dimostrato che non solo di questa storia così contemporanea e vicina ne hanno bisogno, ma anche che li appassiona, li stimola, li rende consapevoli e adulti.
Lo ripeto, non perché la insegni io, ma perché fermamente convinto che chi non ha memoria non può avere alcun futuro, ho sempre pensato e sempre pensato che Storia sia materia molto più che fondamentale, chiave e fondamento di una cittadinanza sana e consapevole.
Talmente importante che le ore di Storia, a mio avviso, andrebbero aumentate.
Peccato che il Ministero la pensi in maniera diametralmente opposta. Che invece di aumentare o quanto meno di mantenere lo status quo, pensa bene di DIMINUIRE le ore di storia. Nella migliore delle ipotesi per un puro calcolo economico (costerebbe troppo e non vale la pena investire nell’istruzione), nella peggiore per un calcolo morale (una cittadinanza sana, consapevole e pensate potrebbe essere troppo pericolosa, meglio tenere i nostri ragazzi ignoranti e lamentarsi ogni giorno di come siano privi di valori).
Un vero delitto che con i nuovi quadri orari che il ministero va proponendo e imponendo, lezioni importanti e belle come quella di oggi, non ci saranno mai più.