Può governare solo il centrodestra

Questione di numeri, cifre, combinazioni possibili e, soprattutto, impossibili.
Certo, ancora e al momento, si tratta di ipotesi, stime, previsioni. Ma sono ipotesi fortemente attendibili e abbastanza probabili.
Gli ultimi sondaggi (ultimi in tutti i sensi, visto che dalla mezzanotte di venerdì è scattato, per legge, il “blackout” ai sondaggi e le prossime percentuali con cui avremo a che fare saranno direttamente gli exit poll alle ventitré di domenica 4 marzo) registrano infatti un lieve (ma decisivo) incremento dei consensi al centrodestra, che va a rafforzare il già considerevole vantaggio della coalizione sugli altri schieramenti e, numeri alla mano, rende l’alleanza Berlusconi-Meloni-Salvini l’unica a poter raggiungere i seggi necessari per formare un governo in piena autonomia.
Ovviamente niente è scontato e niente è già scritto: la possibilità che il centrodestra raggiunga la maggioranza assoluta in entrambe le camere si gioca sul filo, letteralmente all’ultimo voto. Possibile che non ce la faccia. Meno possibile, a una manciata di giorni dal voto e con una situazione sostanzialmente ferma e definita da mesi, che il quadro offerto dai sondaggi subisca ribaltoni o stravolgimenti.

Nel dettaglio:

1.Assegnando al centrodestra tutti i seggi sicuri e tutti quelli in cui al momento è in vantaggio, avrebbe già la maggioranza in senato, mentre alla camera la sfiorerebbe: 312 seggi con la maggioranza a 316.
Considerando che i sondaggi non contano né l’autonomia valdaostana (1 seggio) né le circoscrizioni estere (12 seggi), se questi numeri dovessero essere confermati non dovrebbe essere complicato trovare 4 (o più) deputati disponibili a un “atto di responsabilità” per dare governabilità al paese.
Perciò, ripetiamo: la vittoria per il centrodestra non è certa, ma è assolutamente possibile e a portata di mano.

2.A essere decisivo, come spesso accade, sarà il sud. Lì ballano i seggi uninominali più incerti e lì si giocherà la partita più importante.
Una partita che riguarda esclusivamente centrodestra e Movimento Cinquestelle.
Solo un grande risultato del Movimento al sud, o quanto meno un discreto bottino pentastellato nei seggi incerti, può impedire a Berlusconi &co di conquistare da soli la maggioranza.

3.Anche un ipotetico grande risultato nel meridione, non consentirebbe al Movimento Cinquestelle di governare.
Dato dai sondaggi attorno al 27-28%, anche la più rosea delle proiezioni lo attesterebbe al 32-33%, ovvero lontanissimo dalla possibilità di formare da solo un esecutivo.
Affinché ciò possa accadere, occorrerebbe che l’intera fetta di indecisi sciogliesse i suoi dubbi a favore del Movimento. O che una parte molto ampia di astenuti decidesse di andare alle urne per sostenere Di Maio.
Ipotesi francamente molto più che irrealistiche.
Se invece il centrodestra non raggiungesse i numeri necessari, e quindi si verificasse una situazione di ingovernabilità, possibile che Mattarella dia mandato a Di Maio, in quanto leader del primo partito, di provare a formare un governo.
Ma anche in questo caso un governo Cinquestelle appare improbabile, per non dire impossibile.
Uno perché qualsiasi combinazione di forze diverse vagamente credibile, allo stato attuale, non avrebbe i numeri per raggiungere la maggioranza.
Due, soprattutto perché il Movimento rifiuta a priori l’idea stessa di possibili alleanze. Di Maio ha sempre parlato, e continua a farlo, non di intese ma di convergenze. Tradotto: un governo totalmente espresso dai Cinquestelle e basato sul loro programma sostenuto da altre forze, che non otterrebbero niente in cambio.
Molto ma molto più che irrealistico.

4.Completamente fuori dai giochi, salvo clamorose sorprese, resta il PD, le cui ultime stime si attestano addirittura sotto il 23%, con alleati deboli che, nella migliore delle ipotesi, porterebbero in dote la miseria di un 4%.
L’unica speranza per il PD di tornare in partita, oltre ovviamente una clamorosa rimonta delle ultime ore, è, paradossalmente, che i Cinquestelle stravincano al sud, riducendo sensibilmente i seggi del centrodestra.
A quel punto, in una situazione di ingorgo istituzionale, potrebbe tornare a essere decisivo nell’ottica di un governo di larghe intese. Addirittura e paradossalmente, visto il particolare meccanismo del Rosatellum, data per certa l’indisponibilità dei Cinquestelle a esecutivi “allargati”, potrebbe ritrovarsi, in ottica governativa, il primo partito in termini di deputati.
Ma anche in questo caso la strada pare difficilmente attuabile è percorribile. Anche ipotizzando una improbabile “ammucchiata” che metta insieme PD, Forza Italia, “quarta gamba” del centrodestra e il soccorso tardivo di LeU, seguendo i sondaggi, si resterebbe ben lontani dai numeri per avere la maggioranza.
Più probabile, a quel punto, il prolungamento del governo attuale e il ritorno alle urne nel giro di pochi mesi.

Le elezioni degli ultimi tempi, nei principali Stati esteri, ci hanno insegnato a diffidare dei sondaggi, visto che più volte sono stati completamente disattesi e in più di un’occasione siamo andati incontro a clamorose sorprese.
La sensazione è che non sarà questo il caso. E che molto difficilmente, il 4 marzo, ci discosteremo da uno degli scenari appena descritti.

#specialeElezioni2018
#resistenzeRiccardoLestini

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