Quegli artigli che ancora non mi fanno dormire (omaggio a Wes Craven)

Caro Wes,
mi spieghi come cazzo è possibile che sei morto?
Dai su, per favore, a me lo puoi dire che non è vero, che è tutto uno scherzo, che ci stai prendendo per l’ennesima volta per il culo come solo uno splendido figlio di puttana come te sa fare.
Perché vedi, io lo so che i geniali cazzoni come te non possono morire mica. Lo so e stavolta non mi freghi, bastardo.
Come fa a morire un debosciato che ha saputo strappare generazioni intere dallo schifo del mondo per trasportarle in quegli universi bianchissimi di nuvole e fantasia?
Come fa a morire chi ha danzato nei sogni, ci ha vissuto dentro?
Come può anche solo pensare di morire chi ci ha insegnato a ridere delle nostre paure, della nostra piccolezza, chi ci ha insegnato che i mostri horror sono quasi degli eroi a confronto dei mostri veri, quelli che incontriamo ogni mattina quando andiamo al lavoro?
Come cazzo fa a morire chi ha inventato Nightmare diosanto?
Dai Wes, sii serio: il papà di Freddie Krueger non muore. Al massimo si addormenta (e sono cazzi suoi, visto quel che succede agli addormentati di Nightmare).
Un’ultima volta: come cazzo fa a morire chi ha avuto il coraggio di prendere per il culo se stesso e il suo lavoro con una follia come Scream?
Tiziano Sclavi ti ha dedicato la via dove far vivere Dylan Dog, mica cazzi… perciò lo ripeto, Wes, non ci credo e non mi freghi.
Io lo so che sei immortale e a piangere sulla tua tomba non ci vengo nemmeno sotto tortura: lo so che, se ci venissi, senz’altro la tua mano stronzissima spunterebbe fuori dalla terra ad afferrarmi la caviglia, come nella scena finale di Nightmare.
E ora ti saluto, brutto stronzo, nella presunzione che queste due paroline ti sarebbero proprio piaciute, come orazione funebre.
Un’ultima cosa:
grazie e vaffanculo per tutte le volte che mi hai fatto cagare addosso…
grazie e vaffanculo per quegli artigli che ancora non mi fanno dormire…