Attenzione: questo post potrebbe turbare la vostra sensibilità

comunica che l’accesso alla mia pagina pubblica “Storie, universi, r-esistenze” è temporaneamente bloccato per la “rimozione di un’immagine non conforme”.

Vengo così spedito in una pagina di controllo, dove sempre il signor Facebook mi mostra l’immagine incriminata e il relativo post.
Contestualmente all’immagine e al post, mr. FB mi spiega che il motivo della rimozione è il fatto che “il nudo non è conforme agli standard della comunità di Facebook”.

A questo punto, dopo avermi fatto cliccare sull’opzione “ho capito”, mi spiega che per ripristinare l’accesso alla mia pagina pubblica, devo prima passare in rassegna TUTTE le fotografie pubblicate nella pagina (meno male che “Storie, universi, r-esistenze” esiste solo da fine agosto) e poi dichiarare, sotto la mia completa responsabilità, che “non sono presenti ulteriori immagini di nudo nella mia pagina”, pena la sospensione dell’account per quindici giorni.

Al termine della procedura di “dichiarazione di conformità” delle immagini, la pagina torna a funzionare correttamente.

Io, da par mio, mi affretto a ripubblicare il post cancellato, ovviamente senza immagine.
Poi, contatto il centro assistenza chiedendo ulteriori spiegazioni alla rimozione (volevo capire: non si trattava di un nudo “volgare” né tanto meno vagamente riconducibile alla pornografia).
Chiedo inoltre se tali rimozioni avvengano in automatico, con controlli a casaccio e a sorteggio.

Mi rispondono poco dopo. Nessuna parola sull’entità del nudo.
Si limitano a dirmi che le rimozioni avvengono dopo “specifiche segnalazioni di altri utenti”, e che la mia immagine, nel corso della giornata, è stata RIPETUTAMENTE SEGNALATA da più utenti.

Fine della storia.
A questo punto, riflessioni e precisazioni in ordine sparso:

1) la fotografia che ha turbato la sensibilità di vari utenti e che è stata ripetutamente segnalata, consisteva, per chi non l’avesse vista, in due donne a seno scoperto, abbracciate, con scritto lungo le braccia la frase “Non cercare chi fa l’uomo”. Detta fotografia è tratta dalla splendida mostra “Lesbica non è un insulto”, di Martina Marongiu. Se non l’avete vista, andate a cercarla on line e poi ditemi se la vostra sensibilità ne esce turbata.

2) ovviamente, non posso sapere chi ha “ripetutamente” segnalato la fotografia in questione… però è curioso che l’immagine accompagnasse il mio articolo “Dove l’omosessualità è ancora un tabù”, nel quale sostenevo come ancora da molte (troppe) persone, l’omosessualità è percepita come un problema gigantesco, un qualcosa di cui vergognarsi, un qualcosa di cui è meglio non parlare.
Purtroppo, il fatto che “vari utenti” abbiano sentito il bisogno di segnalare una foto artistica con due donne a seno nudo che si abbracciano, non fa che confermare quanto scritto in quell’articolo (che, a proposito, pur se orfano dell’immagine, lo trovate proprio qui sotto).

3) come già fatto nell’articolo precedente, anche in questo, per non turbare la sensibilità di nessuno, al posto dell’immagine metto UNO SFONDO NERO.

4) può darsi che nei prossimi giorni, quale che sia l’argomento dei miei articoli futuri, continui a mettere sfondi neri.
Così, tanto per essere sicuro di non offendere nessuno.

Buona serata e buon turbamento a tutti

Riccardo Lestini

‪#‎resistenzeRiccardoLestini‬

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