Una variazione sul tema della memoria stronza

La MEMORIA STRONZA… ovvero: quelle cose che ti tornano in mente improvvisamente, senza alcun motivo, dopo anni che non ci pensavi più… avete presente?
Ecco, stamattina appena sveglio mi è tornata in mente una sera di secoli fa, durante l’università, alla Flog di Firenze, dove c’era un concerto di un gruppo francese stronzissimo e pallosissimo che però, per insindacabili ragioni politico/culturali/generazionali, dovevamo non solo vedere ma pure adorare per forza… e ovviamente era presente l’intera facoltà di Lettere al completo e io c’ero andato con una certa S. (cognome ignoto), una biondina del corso di storia del cinema con cui trescavo, o meglio lei trescava con me ma quella sera mi ero deciso a darmi una mossa e rispondere al fuoco… solo che a concerto finito la carissima amica B.P. mi informò che proprio durante la performance del gruppo francese E.P., altra carissima amica, aveva di colpo e senza apparenti spiegazioni lasciato in tronco e di colpo – dopo anni di felice fidanzamento – S.R., altro grandissimo amico… parlai a lungo del dramma con B.P., ma soprattutto ne parlai durante la fila per il cesso con L.L., altra carissima amica che però amavo perdutamente e segretamente… e lei, L.L., alla fine della discussione, così, dal nulla, mi diede un bacio appassionato, di quelli con mezzo metro di lingua, e poi come nulla fosse e senza dirmi alcunché se ne tornò in pista a pogare il tormentone dei Cornershop che il dj della Flog metteva sedici volte a serata… e io rimasi tutta la sera a vagare tra la folla, stordito in particolare dal bacio di L.L. e in generale dall’insensatezza della vita e dei miei vent’anni, ma soprattutto dimentico di S., che probabilmente si era rotta i coglioni di aspettarmi e se n’era andata a casa e non vidi mai più… fino a che non mi ridestò dal torpore la furia di S.R., quello mollato, incrociato per caso in mezzo alla pista sbuffante e smadonnante e che portai fuori per calmarlo, e lui dopo altre settanta madonne saltò sulla sua Renault 5 scassata indicandomi, come simbolo della sua sofferenza, una scatola di Zimox, l’antibiotico, che teneva sul cruscotto, e poi sgassò via… e io alla fine tornai a casa a piedi con un certo A.P., che dopo un’adolescenza in parrocchia era diventato satanista e ascoltava solo l’heavy metal estremo.
Ora, a parte PERCHE’ MAI mi sarà tornata in mente sta storia qua, a parte L.L., perché quel bacio e perché non ti ho mai chiesto perché?, a parte S., chi era costei?, e a parte dove minchia siete finiti tutti quanti?, da stamattina la domanda che più mi tormenta è: ma che cazzo c’entrava lo Zimox???
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