Ancora su X Factor

A proposito di X Factor.
Il mio post di una decina di giorni fa, trascina ancora strascichi di dibattito, perciò, senza la pretesa (né il tempo, soprattutto), che questo diventi appuntamento fisso, rispondo alle domande.
Ovvero, in ordine sparso:
– vista la seconda puntata, confermo quanto detto per la prima, e cioè che dal punto di vista puramente tecnico (scene, luci, regia) è veramente difficile, ma diciamo direttamente impossibile, trovare uno show italiano di questo livello;
– e confermo che Cattelan è semplicemente il miglior showman in circolazione;
– detto questo, tutte le magagne, che avevo già evidenziato, con il secondo appuntamento si sono palesate ancor di più… ovvero, i concorrenti, rimasti in 11, sono apparsi ancor più “poca roba”; nel senso, quasi impossibile attaccarli e criticarli, visto che bravi son bravi, ma il problema è che essere bravi, avere un buon livello tecnico, nella musica (e nell’arte), non basta… ci vuol il “quid”, il guizzo, quell’esplosione di cuore e anima che fa la differenza tra esecutori e artisti (ci sarà un motivo perché i turnisti dei solisti sono spesso i migliori musicisti in circolazione ma, a loro volta, non emergono mai come solisti, no??);
– di conseguenza la sfilata degli 11 è stata noiosa… molto noiosa… 11 discrete esibizioni che però non hanno lasciato niente di niente;
– a quanto leggo, non è una mia opinione, ma si è annoiato il pubblico in generale, visto che già alla prima puntata il numero di telespettatori è crollato di oltre il 50%… ora, giusto per fare un esempio, erano ospiti i Maneskin, i vincitori morali di un paio di edizioni fa… che a me non piacciono e sui quali – senza cattiveria – non scommetterei nemmeno sulla loro durata, ma sono “qualcosa”, hanno anima e personalità;
– degli 11, il livello tecnico più alto lo mostrano i Seawords, ma anche loro, ad anima e cuore restano al palo, mentre per vedere un briciolo di emozione bisogna vedere tale Eugenio, ma niente di trascendentale;
– i giudici non sono esenti da colpe, anzi, probabilmente è loro buona parte della responsabilità; tolta la Maionchi, che ha ormai un ruolo totemico (è lei a nome di tutti a fare il mea culpa “finora siamo stati mosconi”), e tolto Sfera, disastroso tanto quando prova a fare puro show tanto quando parla di musica (nelle intenzioni degli autori doveva essere l’elemento di rottura, ma, con tutto il rispetto, Morgan e Elio erano decisamente un’altra cosa… ), restano Samuel e Malyka Ayane: competenza fuori discussione, ma sono fuori posto, non hanno il piglio, l’autorevolezza, la padronanza del mezzo televisivo, né l’immensa cultura musicale di Manuel Agnelli che, più di ogni altro ha lasciato un vuoto pesantissimo; non è facile trovare giudici capaci e con tutte queste caratteristiche (Asia Argento era stato l’autentico colpo di genio, poi note vicende l’hanno estromessa), ma sono loro che conducono il gioco, loro che scelgono i pezzi, che devono valorizzare gli interpreti e dettare i tempi dei live… non basta fingere di litigare per fare spettacolo, e la sensazione è che la nave, già in bilico, non si raddrizzerà…
e no, non credo guarderò il prossimo appuntamento…

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