Non ce la faremo mai

Non credo che ce la faremo mai.
Dico come popolo, come società, come nazione, a costruire uno Stato limpido, trasparente, fondato sulla legalità e sulla giustizia.
Questo perché – sempre come popolo, come società – la legalità, la giustizia, le leggi, le regole, gli iter giudiziari, gli stessi concetti di colpa e pena, indagine e condanna, onestà e corruzione, moralità e disonestà, non ci interessano per niente in quanto tali, nel loro senso assoluto.
Al contrario, sono tutte cose che contempliamo e applichiamo in maniera totalmente ondivaga, a seconda della convenienza, dell’appartenenza e del periodo.
Così se siamo di destra e il politico indagato di turno è di destra, ci appelliamo al garantismo, lo riteniamo innocente fino alla sentenza, e se la sentenza lo condanna parliamo di giustizia a orologeria, di magistratura politicizzata e via dicendo. Se invece l’indagato è di sinistra schiumiamo giustizialismo e invochiamo vendetta e pene esemplari, lo riteniamo già colpevole prima del processo e se la sentenza finisce per condannarlo la pena non è mai abbastanza.
Se siamo di sinistra, stessa identica cosa, ma a parti invertite: l’indagato di sinistra è solo un indagato e pertanto innocente fino al giudizio, mentre l’indagato di destra è già colpevole al primo avviso di garanzia e se condannato chiediamo che si butti via la chiave della cella.
E mai una volta che ci venga in mente di andare oltre e vedere le cose nella loro tragica oggettività, vedere cioè come corruzione e malaffare non hanno bandiera (magari l’avessero), ma sono “sistemici”, insiti ed endemici nel potere in quanto tale, nello stesso concetto di potere così come si è sviluppato e radicato in Italia da decenni, indipendentemente dalla forza o dal singolo che lo esercita.
E quando, in determinati passaggi storici, questa presa di coscienza avviene, nella nostra denuncia globale al sistema non pensiamo mai – mai – a una sana rifondazione e ricostruzione del sistema dalle sue fondamenta, preferiamo lasciare tutto come è, cambiando le persone e non le strutture che hanno permesso di delinquere, facendoci travolgere dalla logica giacobina della vendetta cieca sui singoli e della ghigliottina a tappeto. Con una furia che raramente è indignazione è quasi sempre è rabbia per non aver partecipato alla festa del furto e del soldo facile.
No, non credo davvero che ce la faremo mai.

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