Il ricordo e la menzogna (a proposito di foibe… )

Finita la giornata del ricordo, al riparo dagli isterismi da anniversari e ricorrenze, e soprattutto dalle loro strumentalizzazioni, forse può finalmente tornare in primo piano la Storia. Quella vera.
E finalmente si può dire che quella delle Foibe è stata una tragedia gigantesca, un orrore inaudito.
E che questa smania – da trent’anni a questa parte – della destra post fascista prima e della destra 2.0 e salviniana poi, di fare propria questa commemorazione, di appropriarsi di questa tragedia e di usarla in funzione anticomunista o più in generale come argomento contro le sinistre, è quanto di più falso, strumentale e insincero possa esistere.
In primis perché il vergognoso silenzio quarantennale sulle Foibe non è certo stato figlio della mitografia partigiana o della dittatura storiografica della sinistra (che in Italia in una buona misura e per un certo periodo c’è stata, ma per altre questioni), ma è stato una delle mille ricadute dei delicati equilibri della guerra fredda e quindi rispondente a necessità superiori di politica internazionale (in buona sostanza la NATO aveva più di un interesse a conservare buoni rapporti con Tito e la Jugoslavia, unico paese comunista non allineato all’URSS, e quindi a tacere i crimini jugoslavi), di cui tutti (destra missina compresa) erano al corrente e ne traevano vantaggi.
Ma soprattutto perché l’Italia fascista di allora, nonostante la retorica irredentista-fiumana voglia far credere ben altro, di Trieste e dell’intera regione istriana, se ne fregava beatamente. I fascisti ritenevano anzi gli istriani italiani fino a un certo punto, al punto che la RSI senza troppi problemi cedette l’intera regione (sempre Trieste compresa) alla Germania nazista, lasciandovi le proprie truppe esclusivamente per svolgere operazioni di rastrellamento. Nei confronti degli stessi istriani, s’intende.
Sarebbe interessante, molto interessante, che qualcuno facesse notare al Ministro Salvini che quando, in nome dei propri raptus anticomunisti e antisinistra, non si fa problemi, sotto la bandiera del ricordo della tragedia delle Foibe, a stringere la mano ai reduci repubblichini, la sta stringendo agli stessi aguzzini degli istriani. O almeno a una parte di essi.
Ma questa è la Storia. E la Storia nella sua completezza, si sa, non è mai piaciuta né ha mai fatto comodo a nessuno. Tanto meno a un governo il cui ministro degli interni (e vicepremier) ritiene le parole “insegnante” e “cultura” i peggiori degli insulti.

#resistenzeRiccardoLestini

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