Perché si dice “stare col culo per terra”?
Perché si dice “stare col culo per terra”?
L’espressione molto colorita – che significa “essere nei guai seri”, “aver perso tutto” e “non avere più niente”, specie in ambito economico e finanziario – non poteva che nascere da queste parti, ovvero in Toscana, a Firenze.
A due passi da Ponte Vecchio, in mezzo alla loggia del Mercato Nuovo (meglio conosciuta come loggia del Porcellino), ancora oggi c’è – incassata nel pavimento – una pietra circolare.
Si tratta di quella che anticamente i fiorentini chiamavano “pietra dello scandalo”.
Un nome dovuto al barbaro e sadico rituale cui nella Firenze antica subivano pubblicamente i commercianti falliti. Il poveretto caduto in rovina veniva trascinato sopra questa pietra, dove prima gli venivano calate le braghe e poi, una volta “a culo ignudo”, gli venivano violentemente sbattute le natiche contro la pietra. Per tre volte. A quel punto, subita la pubblica umiliazione davanti a una folla incitante e chiassosa, egli era immune dal linciaggio fisico dei suoi creditori.
Un modo assolutamente sadico di essere garantisti.
In ogni caso, visto che il rito si compiva “a chiappe al vento”, anche quando la pratica è scomparsa è sopravvissuto – e sopravvive tuttora – il modo di dire “stare (o finire) con il culo per terra”, ancora oggi legato a perdite di denaro e problemi finanziari in genere.