Francesco Guccini – “Autogrill”

Quando nel bel mezzo degli anni ottanta arrivò come un fulmine questo gioiello di canzone e io l’ascoltai per la prima volta, ero praticamente un bambino.
Non mi emozionò né la capii, erano ancora troppo lontani gli anni in cui avrebbe potuto dirmi e darmi qualcosa.
Eppure, ricordo, senza capire e senza un briciolo di emozione, la ascoltavo comunque di continuo. Non perché cercassi il modo di farmela piacere per forza, ma perché mi ero intestardito con un passaggio in cui non riuscivo proprio a capire cosa dicesse l’autore, le parole si intrecciavano e si ingarbugliavano nella sua voce e, almeno alle mie orecchie, si facevano incomprensibili e indistinguibili.
Erano anni senza internet e telefonini, non c’era verso di reperire il testo facilmente, e l’unico modo per fissare le parole esatte di una canzone era ascoltarla di continuo.
Alla fine, più o meno al cinquantesimo ascolto, capii che in quel passaggio diceva: “picchiettavo un indù in latta di una scatola di tè”.
Mi mancarono le forze per capire cosa diavolo fosse questo indù in latta, ma ero comunque soddisfatto di aver decrittato le parole.
Così smisi di ascoltarla, relegandola in una musicassetta polverosa buttata in fondo a qualche cassetto.

Ma sarebbe tornata, dio se sarebbe tornata. Dal fondo di quel cassetto sarebbe riemersa impetuosa e gigantesca anni dopo, quando anche per me sarebbero arrivate ragazze belle di una loro “bellezza acerba” bionde “senza averne l’aria” a graffiarmi il cuore. Quando la tristezza dei “fiori e l’erba di scarpata ferroviaria” avrebbe accompagnato le mie passeggiate solitarie di adolescente inquieto, quando la smania di prendere “la sua mano sopra il banco”, che “non la vedi, non la tocchi, oggi la malinconia, non lasciamo che trabocchi, vieni, andiamo via”, sarebbe diventata un enorme batticuore da combattere e a cui aggrapparsi per vivere e sopravvivere.

E torna. E continua a tornare, portandosi odori e sapori di ogni autogrill, ogni stazione attraversata nella vita, ogni paio d’occhi incrociati e sognati e desiderati un istante e poi svaniti nella loro stessa struggente bellezza.

A tutte le nostre parole non dette.
A tutti i nostri amori mai accaduti.
A tutti quei baci soltanto sognati, ma che per qualche motivo abbiamo scordato di non avere mai dato…

#jukebox
#gliAnniOttantaInMusica

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