Citazioni

Pasolini viene citato di continuo, quasi sempre a sproposito, quasi sempre in maniera superficiale, non di rado senza nemmeno averlo letto, perché era comunista, e quindi adatto a sventolare assieme a una bandiera.
Viene citato in continuazione, nella stessa identica maniera, perché era “contro”, un contestatore, un emarginato, e quindi ideale per essere il simbolo astratto di qualcosa.
E viene citato, sempre con la stessa modalità, perché in più di un’occasione ha ferocemente attaccato la sinistra, tanto quella istituzionale quanto quella di piazza, quindi perfetto per rappresentare la bandiera opposta.
E poi, in definitiva, lo si cita perché fa tanto “intellettuale engagé”, tanto “libertario di spessore”, tanto – ma tanto – “fico” citare Pasolini.

Il paradosso è che a questo citazionismo d’accatto e compulsivo sfugge che la vera e più autentica e profonda polemica di Pasolini contestava proprio tutto questo, ammonendo come ben presto la nostra società avrebbe distrutto ogni sostanza in nome della superficialità. Come sarebbe sparito ogni pensiero e sarebbero rimaste solo le etichette, i simboli, i vessilli svuotati di ogni contenuto, le bandiere da sventolare per pura logica di tifoseria, senza alcuna coscienza critica.
Come sarebbero spariti gli statisti e come sarebbe sparita la stessa politica.
E come il mondo sarebbe finito preda dei piazzisti, degli urlatori, dei semplificatori.
E dei loro tifosi e dei loro soldati.

#resistenzeRiccardoLestini

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