“Apocalypse now” – “The end”

In un famosissimo fumetto del grande Andrea Pazienza, il personaggio di Enrico Fiabeschi (lo studente fuori sede del sud iscritto al DAMS, che passa le sue giornate a farsi le canne e a scroccare mille lire su mille lire alla sua fidanzata) si presenta all’esame di storia del cinema su “Apocalypse now” di Francis Ford Coppola, e l’unica cosa che sa è che c’è la musica dei Doors, di cui riproduce pure la melodia con la bocca a un’incredula professoressa.

Al di là dei geniali paradossi di Pazienza, Fiabeschi a suo modo e in un certo senso aveva ragione: se c’è una cosa impossibile da dimenticare in quel film è proprio la musica dei Doors, la fantastica e immensa “The end” che apre il film con una sequenza immortale sulla foresta vietnamita.
L’apocalisse, appunto.
Ci sono capolavori – e questo film lo è – che guadagnano l’Olimpo della storia proprio per un’intuizione musicale, per una canzone così perfetta che pare essere stata scritta in sincrono con il film.
E la storia di “Apocalypse now” e di “The end”, di Coppola e di Morrison, lo conferma nella più stupefacente delle maniere.

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