Bruce Springsteen – “Born in the USA”

Negli anni ’80 era esploso l’americanismo più selvaggio e sconsiderato. Si rincorreva e si mitizzava tutto ciò che fosse a stelle a strisce, dai vestiti allo stile di vita, a una certa idea di grandezza e opulenza, realizzando la profezia del grande John Osborne che negli anni ’50 aveva scritto: “forse tutti i nostri figli saranno americani”.
Era così forte che, quando il Boss nel 1984 sputò fuori dal suo genio questo pezzo indimenticabile, tutti, americani e non, la scambiarono per un inno patriottico da cantare sventolando la bandiera. A partire da Reagan che ne chiese l’utilizzo per la campagna elettorale.
Springsteen rifiutò. A parte che non aveva alcuna simpatia per il candidato repubblicano, il motivo principale era che la canzone il sogno americano lo faceva a pezzi, parlando dei suoi lati più oscuri e disumani: la disuguaglianza, la guerra…
Ecco, la guerra del Vietnam, vera protagonista della canzone. Un incubo che conosce bene chi riesce a leggere al di là delle splendenti e paciose apparenze e sa davvero cosa significhi essere nati negli USA…

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *