I paradossi di Salvini
Salvini, che da cinquanta giorni va ripetendo come sia da irresponsabili mettere veti e condizioni non trattabili per la formazione di un nuovo governo, dopo aver continuamente rassicurato Mattarella su passi indietro e trattative già avviate, oggi dice che o governa il centrodestra oppure si torna alle urne.
Dice di essere pronto a governare, di non vedere l’ora di cominciare, ma in realtà continua incessantemente a fare propaganda e campagna elettorale.
E sottolinea che nel caso di ritorno alle urne, basta aggiungere una piccola riga all’attuale legge elettorale, ovvero inserire il doppio turno e un premio di maggioranza che consenta a chi prende un voto in più di governare il giorno dopo le elezioni.
In sostanza, pare di capire, vorrebbe l’Italicum. Cioè quella legge elettorale contro cui, in nome della salvaguardia della democrazia, un anno e mezzo fa ha mobilitato mezzo mondo.
La decantazione doveva servire a stemperare gli animi e a portare tutti su posizioni più morbide e ragionevoli.
L’impressione è che abbia finito soltanto per amplificare il peggio.
Un tempo la politica era disposta a tutto pur di avere un voto in più per governare. Oggi sembra essere vero l’esatto contrario: disposti a tutto pur di non governare per avere un voto in più.