Salvini vs Boldrini

Primo incontro (o meglio “scontro”) ufficiale tra i due nemici storici: Matteo Salvini e Laura Boldrini. Sede del match, il salotto di Lilli Gruber.
In sé per sé poca roba: alla fine il dibattito è tra un aspirante premier (ma che dalla sua coalizione non è stato investito come tale) e tra una ormai ex presidente della Camera, oggi semplicemente una delle centinaia di candidati di un partito (Liberi E Uguali) assolutamente minoritario e, in ottica governativa, molto più che marginale. Perciò, poca sostanza e tanto show. Più che un dibattito elettorale, il faccia a faccia televisivo suona come un teatro dove suonarsele in diretta dopo tante e infinite polemiche a distanza.
Ma in una campagna elettorale misera e vuota come mai prima d’ora, questo passa il convento e anche questo (soprattutto questo) diventa di colpo un evento.
Un evento che, oltre a far schizzare alle stelle gli ascolti di “Otto e mezzo”, ha sinceramente detto poco. Sicuramente niente di quello che non sapessimo già.
Ovvero che i due litiganti si detestano, un po’ più cordialmente su sponda Boldrini e molto meno cordialmente sul versante Salvini. Che Salvini, come sempre in incontri come questo (si vada a rivedere, sempre dalla Gruber, l’incontro/scontro con Maria Elena Boschi), si sforza di sorridere, sorridere e sorridere, fino a sembrare un idiota patentato. Che la Boldrini ostenta sempre e comunque serenità e compostezza, anche davanti alle offese, ma che non riesce mai, per limite suo o per eccesso di convinzione, a essere incisiva e convincente, ad affondare colpi efficaci, a dare vera concretezza e vera sostanza a quello che dice. Che Salvini ha trasformato la Boldrini in aggettivo sinonimo di ogni nefandezza e simbolo incarnato di tutte le sue campagne più ingiuriose e violente in maniera assolutamente pretestuosa (tradotto: la Boldrini oltre a non aver mai fatto parte della maggioranza dell’attuale governo, come presidente della Camera non è responsabile di nessuna legge o provvedimento in materia di migranti). Che la ricetta di Salvini in materia di immigrazione è quanto di più ignorante, assurdo e fumoso possa esistere (il segretario della Lega continua a parlare di trattative con i paesi di provenienza, ma ignora, o meglio finge di ignorare, che con la maggioranza di quei paesi l’Italia non ha accordi bilaterali). Che nonostante questo, per le ragioni già dette sopra, la Boldrini spesso e volentieri presta il fianco all’avversario, gli permette di dare sfogo alla sua logica che, anche quando non offende direttamente, resta truce, sprezzante e violenta, gli lascia continuamente campo per sparate a presa rapida e sicura.
L’incontro finisce senza spargimenti di sangue e senza che abbia spostato il benché minimo equilibrio.
Sui titoli di coda, quelli che vedono nella Boldrini l’incarnazione del demonio continuano a crederlo e chi ritiene Salvini un pericoloso razzista continua a sostenerlo.
A telecamere spente, a margine dell’inutile faccia a faccia, lo staff della Boldrini si dice soddisfatto, mentre Salvini dichiara che passerà il resto della serata guardando Juventus – Totthenam.
La campagna elettorale continua.
E, con essa, il vuoto cosmico.

#specialeElezioni2018
#resistenzeRiccardoLestini

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