Se l’autismo diventa una poesia

A palazzo Velli Expo, in piazza Sant’Egidio a Roma, dal 1 al 9 dicembre è andata in scena la mostra collettiva degli artisti disabili della comunità di Sant’Egidio, intitolata “La forza degli anni” e dedicata, appunto, agli anziani: la memoria, la storia, la saggezza, la fragilità.
Purtroppo impossibilitato a vederla di persona, mi sono dovuto accontentare di consultarne il catalogo. Opere per la maggior parte belle ed emozionanti. E mai banali.
C’è ad esempio il quadro “I capelli di Filomena”, realizzato da ben cinque artisti ed ispirato alla storia di Filomena, un’anziana trasteverina che, ricoverata in un istituto, si era lasciata morire dopo che le avevano tagliato i capelli cui era legatissima. Oppure il ritratto “La mia amica Tommasina”, di Sara Sebastianis, dove l’artista celebra la sua amicizia speciale con Tommasina, un’anziana down che va a trovare regolarmente nell’istituto in cui vive.
Ma ciò che mi ha colpito più di ogni altra cosa è la poesia di Marzia Bosco.
Marzia non parla (anche se pare abbia parlato fino alla prima media e che abbia smesso in seguito ha qualche trauma), le è stata diagnosticata una grave forma di autismo.
Marzia non parla ma scrive. Poetessa, si serve della parola scritta per esprimere lampi e incendi, incanti e illuminazioni. Gli operatori della comunità raccontano di come Marzia cerchi continuamente libri e giornali, li legga e poi li distrugga facendoli a pezzi. Un qualcosa di inquietante e infinitamente sublime, che in qualche modo – non sto esagerando – riesce a sintetizzare il senso ultimo dello scrivere e della letteratura.
Marzia non parla, ma conosce i segreti più antichi della scrittura.
All’inizio del lavoro sulla mostra, gli artisti parteciparono a una discussione sul tema degli anziani. Gli venne chiesto cosa ne pensassero degli istituti, delle case di riposo, degli ospizi.
Marzia ha risposto.
Non a voce, ma in un modo potente, assoluto, sintetico e infinito.
Ha risposto scrivendo in continuazione, infinite volte: “Fuori tutti”, “Non è giusto, devono stare a casa”, “Tutti fuori”, “Fuori tutti”, come vedete nella foto qui sotto che ritrae i suoi post it diventati opera d’arte.
Marzia ha risposto come rispondono i poeti, dando in silenzio verità assolute e vertiginose.
E davvero no, non c’è proprio niente da aggiungere.

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