Cosa sono le fake news

Mettere le fake news tra le emergenze nazionali, è senza dubbio assurdo. Assurdo quasi quanto alcune di quelle fake che si cerca di contrastare.
Che il loro proliferare sia problematico e preoccupante è indubbio, ma da qui a inserirle tra le priorità dell’agenda politica ce ne corre.
Prima di tutto perché non è un problema politico o legislativo, ma culturale. Tradotto: non c’è nessun complotto di sistema, nessuna forza oscura che si sta servendo delle fake per destabilizzare e distruggere l’apparato democratico. Che si cerchi in qualche modo di influenzare l’opinione pubblica, con metodi che spaziano dalla slealtà all’inquietante, non è certo una novità. Succede da sempre (e temo sempre succederà) quali che siano i mezzi che il particolare momento storico mette a disposizione. Per di più molte fake non nascono nemmeno con questo intento: alcune sono autentici scherzi confezionati da professionisti della burla al solo scopo di divertirsi. Che poi quasi sempre siano di cattivo gusto, è indubbio. Ma anche il cattivo gusto c’è da sempre. Così come è indubbio che in molti (troppi) casi le fake trascendano nell’infamia, nella calunnia e nella diffamazione. Ma calunnia e diffamazione sono già reati: per punirli basterebbe applicare la legge senza ricorrere a chissà quali misure eccezionali.
Si può certo reprimere la fake punendo gli autori e i contenitori che le ospitano con sanzioni esemplari, ma il vero problema resta irrisolto. Perché ciò che deve allarmare non è la fake in quanto tale e nemmeno chi la progetta, ma l’estrema facilità con cui viene creduta e data per vera.
Un problema culturale, si diceva. Ovvero il problema di una società senza più strumenti critici, una società di fatto svuotata della più elementare coscienza individuale, senza più filtri per distinguere tra realtà e finzione.
Una società che, non credendo più in niente, ha finito per credere a tutto.
Una emergenza culturale ben più ampia e complessa, di cui il problema delle fake non è che una parte, una conseguenza.
E non è certo curando gli effetti, anziché le cause, che si debellano le malattie.

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