“Tutto a posto e niente in ordine”…

… potrebbe essere la frase simbolo della settimana. O del mese. O dell’anno. O dell’epoca.
Scegliete voi.
Di certo siamo in una sorta di eterno Giorno della Marmotta dove ogni cosa pare ripetersi ciclicamente. O meglio dove tutto pare cambiare ogni istante per poi rimanere tutto uguale. Tragicamente uguale.
Però attenzione. Non è proprio possibile applicare il vecchio e geniale adagio del “Gattopardo”, ovvero “tutto cambia affinché nulla cambi”, ai nostri tempi.
Quella è una altissima e inquietante verità buona per altri momenti, altre epoche. Epoche in cui tra le pieghe della Storia (esse maiuscola d’obbligo) si muovevano forze oscure e potentissime, micidiali zone grigie capaci di fare e disfare, di appoggiare rivoluzioni al solo scopo di neutralizzarle, alternare cambiamenti e restaurazioni restando sempre saldamente al comando nell’oscurità.
Epoche in cui si costruivano e si demolivano scenari, contesti nei tempi lunghi, lunghissimi del divenire storico. In cui anche le eminenze grigie avevano, nella loro perversione, un che di sublime e grandioso.
Oggi si procede per strappi, frenate, inversioni. Oggi ogni cosa, cambiamento e dietrofront, è istantanea, velocissima. Schizofrenica. E non ha niente di sublime. È solo misera.
Misera la conservazione dello status quo e misera l’opposizione a tale status quo.
In altri tempi, dopo vent’anni politicamente fallimentari come quello della Seconda Repubblica, si sarebbero levate barricate. Sarebbero volate teste. Ci sarebbe stato uno sfogo rivoluzionario o pseudo tale e poi, nel silenzio morboso e perverso, si sarebbe costruito un nuovo apparente per ritornare al punto di partenza.
Oggi, dopo vent’anni politicamente fallimentari, non c’è alcuna sollevazione. C’è solo un inutile e confuso chiacchiericcio di fondo. Non volano teste, ma quelle teste indicate come responsabili, semplicemente vengono riproposte.
Così il centrodestra vincerà le elezioni perché riproporrà Berlusconi perno di un progetto politico. Non importa se non potrà essere premier, ma vinceranno in virtù della sua presenza.
E il centrosinistra le perderà nella sua frantumazione spocchiosa, suicida, vuota, dove ognuno penserà di essere migliore di altri. E se troverà una sintesi, perderà in quella sintesi, che sarà altrettanto vuota e altrettanto spocchiosa.
Ci saranno anche i 5 Stelle. Che probabilmente si limiteranno a interpretare il ruolo del cicaleccio di cui sopra.
Tutto a posto e niente in ordine, insomma.
Un cambiare vertiginoso e continuo che ha prodotto la più grande e immobile palude della storia più recente.
Un contesto in cui lo spostamento delle lancette e il ritorno dell’ora solare, sembra davvero una novità rivoluzionaria di cui parlare per giornate intere.

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