Una triste giornata

Oggi è una giornata davvero molto triste, perché ci lascia un gigante.
Forse qualcosa di più di un gigante.
Il grande poeta russo Evtushenko (scomparso, guarda il caso, appena tre mesi fa anch’egli ottantaquattrenne) aveva definito “Fantocci” una delle espressioni più alte della poesia italiana del novecento.
Tutt’altro che un’esagerazione. Paolo Villaggio, col suo immortale ragionier Ugo Fantozzi, come scrittore prima e come sceneggiatore e – soprattutto – attore poi, ha creato la maschera tragica più alta e importante del nostro novecento. Una atroce, cinica, spietata, disarmante e assoluta visione della parte più deleteria, mediocre e meschina della nostra società in chiave stupendamente grottesca.
Nessuno, come Paolo Villaggio con Fantozzi, ha saputo leggere le nostre miserie, le nostre frustrazioni, i nostri orrori quotidiani, il grigiore opprimente di una società abulica e cattiva, miseramente piena di sé e ferocemente priva di qualità.
Una lezione, quella di Fantozzi, apocalittica e torrenziale, un tragicomico privo di indulgenze ma grondante poesia. Un impasto insuperato e insuperabile di letteratura, cinema, teatro. C’è, in Fantozzi, la filosofia pirandelliana dell’umorismo come “sentimento del contrario”, l’assurdo stranito e straniante di Bontempelli, l’ironia caustica e chirurgica di Svevo, il nonsense di Petrolini, la mimica del cinema muto, l’anarchia corrosiva della risata deformante per denunciare gli orrori della società capitalista.
E, soprattutto, c’è Paolo Villaggio. Il suo universo poetico, filosofico, umano.
Paolo Villaggio capace di rivoluzionare il linguaggio con mostruosità verbali (“dichi”, “venghi”, “se ne eschi” o l’indimenticabile congiuntivo “batti lei” pronunciato dal geometra Filini durante una leggendaria partita di tennis), locuzioni e neologismi ormai storici (“la megaditta”, “il megadirettore galattico”, “l’ufficio impiegati murati vivi”), e finendo inevitabilmente per entrare nei dizionari trasformando la sua maschera in aggettivo (“fantozziano”).
Paolo Villaggio – tanto per usare un avverbio spudoratamente fantozziano – “mostruosamente” sottovalutato dalla cultura italiana. Soprattutto dal cinema, che della maschera tragica di Fantozzi ha saputo (forse voluto) cogliere soltanto gli aspetti più banali e superficiali, finendo per trasformarla in una trita e stanca serialità. Così come ha mostruosamente sottovalutato l’artista, tanto l’attore quanto l’autore, non capendolo, usandolo poco e male, condannandolo a una quantità infinita di film dozzinali. Una vita privata assai più complicata di quanto si possa immaginare e problemi personali d’ogni sorta fecero il resto.
Solo Ferreri, Fellini e pochissimi altri seppero capirne la grandezza. In particolare Fellini, dopo averlo reso protagonista del suo ultimo capolavoro “La voce della luna”, aveva per lui e con lui una serie di grandi progetti. Peccato incalcolabile che il grande maestro riminese se ne sia andato prima di realizzarli.
Sì, assolutamente e indiscutibilmente se ne va molto più che un gigante.
Con Fabrizio De André, inseparabile amico d’infanzia e di gioventù, compagno di sogni, ideali libertari, scherzi ferocissimi e sbronze colossali (divisi solo dalla fede calcistica, genoano Faber, doriano Paolo), sognava di cambiare il mondo.
I dischi e il pensiero di Faber sono stati – e sono tuttora – tra i miei più grandi e quotidiani punti di riferimento, artistici ed esistenziali; le tragiche avventure di Fantozzi un qualcosa che mi è entrato sottopelle come poco altro, al punto da essere in grado, ancora oggi, di ripetere a memoria tutti i primi film della saga. Per questo mi piace immaginarli oggi, ovunque essi siano, di nuovo insieme, felici e ritrovati in qualche scorribanda notturna come in quella Genova degli anni ’60 che sapeva di mare e di poesia. E che, all’alba, stremati e sfiniti, trovino la forza di comporre insieme una burla potente e indimenticabile come quello squarcio pazzesco di comicità e poesia che fu “Carlo Martello”.

Ps: caro ragionier Fantozzi, avevi proprio ragione… la Corazzata Potemkin è veramente una cagata pazzesca!

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