La grande polveriera

Proprio stamattina mi scrive una cara persona che, pur non avendo il piacere di conoscere personalmente, ormai da anni segue questo mio blog e le altre cose più o meno trascurabili che ho la fortuna di riuscire a fare.
Nello specifico mi scrive: “avrei tanto voluto trovare una tua analisi politica e sociale dei recenti avventimenti, dalle bombe in Siria allattentato di Stoccolma”.
Oltre ovviamente a ringraziarlo per la fiducia e l’interesse riposti nelle mie analisi, la verità è che, pur pensando continuamente a tutte queste cose, non riesco a scrivere proprio niente in merito.
E non è l’accuratezza (che soprattutto nello scrivere sono solito usare) di non voler parlare a caldo e preferire comprendere a fondo, più a fondo possibile, le cose prima di mettermi a scrivere.
O almeno non solo.
E’ che – come mai prima d’ora – ho la sensazione, netta e tragica, che si stia navigando a vista, nella più assoluta, devastante e pericolosa mancanza di qualsiasi idea e progettualità nell’affrontare il caos, il sangue e le atrocità che siamo costretti a vivere ormai quotidianamente, da vicino come da lontano.
Che non ci sia alcun piano, alcuna razionalità, alcuna intelligenza nell’elaborare soluzioni possibili.
Che le risposte al caos siano solo figlie del caos e generino altro caos.
Che la terra sia ormai un’unica, gigantesca polveriera e che qualsiasi intervento sappia solo seminare altro fuoco.
E tutto questo mi impedisce di scrivere analisi sensate (mentre scrivo arriva implacabile la notizia di un nuovo attentato in Egitto e di altri 25 morti), e soltanto mi turba e mi sgomenta…
 
#resistenzeRiccardoLestini

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