Quindi nessuno è più Charlie?

A fine gennaio 2015, qualche giorno dopo la strage nella redazione del celebre (celebre da quel giorno, prima nessuno sapeva della sua esistenza) giornale satirico, pubblicai un saggio intitolato E POI MI DICI SIAMO TUTTI CHARLIE (lo trovate on line, nel mio sito internet). Parlavo di una marea di cose (chi fosse curioso e lo volesse leggere lo avverto: è davvero molto lungo… ), ma nello specifico sulla rivista Charlie Hebdo dicevo, più o meno:

“la conoscevo poco, questa rivista, conoscevo meglio alcuni dei suoi collaboratori… poi mi sono documentato e mi sono messo a leggere molti numeri dei mesi e degli anni passati… la mia idea è che generalmente non mi piace e che alcune cose, nello specifico, non mi piacciono per niente… mi pare una satira facile, volgare, d’una volgarità fine a se stessa… anzi, talmente trita e inconsistente che non riesco nemmeno a chiamarla satira… mi si perdoni la spocchia, ma il mio ideale di satira è Molière e quello di linguaggio violento Rimbaud… sinceramente, altri pianeti… ”

Questo mio pensiero sulla rivista è sempre lo stesso, verso qualsiasi cosa facciano: sia che parlino di Maometto, Gesù Cristo, politica francese o morti italiani nel terremoto, continuo a ritenerla una satira scadente e volgare.

Mi pare un po’ surreale che questo polverone si scateni OGGI.
Mi pare molto più che assurdo che tutti si accorgano OGGI della volgarità scadente e fine a stessa di questa rivista…
Credo che siamo un po’ superficiali a scrivere SIAMO TUTTI CHARLIE senza sapere di cosa stiamo parlando (sarebbe stato sufficiente andarsi a vedere le vignette e i numeri on line)…
Superficiale e pretestuoso… nel senso: abbiamo scritto SIAMO TUTTI CHARLIE perché mica offendevano i sentimenti di noi italiani, e potevamo pure strabuzzare gli occhi se qualche musulmano (non gli assassini, ma quelli che siamo soliti chiamare “musulmani moderati”) si sentiva offeso da quelle vignette…
OGGI, quasi due anni dopo, ci tocca così scoprire che sì, quella satira è DAVVERO OFFENSIVA (e ripeto, volgare e scadente).
E OGGI, quasi due anni dopo, abbiamo bisogno di dire NON SIAMO PIU’ CHARLIE e rimangiarci quella solidarietà planetaria cui tutti abbiamo partecipato.

Mi dispiace, io non mi rimangio niente.
Ai tempi scrissi anche io JE SUIS CHARLIE e oggi NON ME NE PENTO.
Anzi, NE VADO ORGOGLIOSO.
Perché quando ho scritto JE SUIS CHARLIE sapevo di difendere una rivista di poco simpatiche teste di cazzo che non sanno fare questa gran satira… e pensavo che, pur teste di cazzo e satiri da due soldi, E’ ASSURDO PENSARE DI AMMAZZARLI IN QUEL MODO, E’ ASSURDO PENSARE DI MORIRE PER UNA VIGNETTA.

E oggi, davanti a quelle tristi e squallide vignette sul terremoto, non ho bisogno di dire “non sono più Charlie”.
Continuo invece a esserlo, perché continuo, come due anni fa, a difendere le matite dalle pistole.
E continuo, come due anni fa, a ritenere Charlie Hebdo una rivista del cazzo.

#resistenzeRiccardoLestini

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