Quattro inutili filosofeggiamenti sulla “Brexit”

Se il titolo non fosse abbastanza chiaro, lo ripeto: non devo dire né scrivere niente di importante sulla Brexit. Giusto qualche filosofeggiamento da due soldi che di certo mi sarei potuto risparmiare ma, visto che sull’argomento hanno parlato tutti – ma proprio tutti, ho pensato non avrei fatto, come si dice dalle mie parti, un soldo di danno a dire la mia, a pubblicare queste miei pensieri forse stupidi e senz’altro sbagliati.
Non importa. Li scrivo lo stesso, lasciando ad altri la “ragione” e i “l’avevo detto”.
Io no, io non avevo detto niente, tranne che quest’Europa, così come è, non mi piace né mi è mai piaciuta.
Mai piaciuta e sempre detestata quest’Europa che non è mai stata dei popoli.
Mai piaciuta e sempre detestata quest’Europa delle banche e dei banchieri, del rigore che genera solo miseria, della globalizzazione austera che distrugge le ricchezze locali, della monetizzazione esasperata che non avvicina ma separa, genera inimicizie, rende sospettosi e guerrafondai, innalza muri e barriere, non genera crescita ma produce regresso.
No, mai piaciuta e sempre detestata.
Eppure, non riesco non solo ad esultare, ma nemmeno ad essere minimamente contento per questa “brexit”. Non riesco proprio a vederci niente di positivo né l’inizio di chissà quale nuova era di ripresa e riscossa.
Resto un feroce oppositore dell’Europa delle banche, ma la “brexit” non è nata né ha trionfato per opposizione alle politiche economiche di cui sopra.
L’esultanza in sequenza e congiunta di Salvini, Trump, Le Pen e tutta l’estrema destra, racconta questo: che non siamo davanti all’alba di una nuova (e più giusta e più umana) politica economica, ma che la “brexit” ha vinto in nome della separazione tra i popoli, in nome del ritorno delle frontiere e dei muri, in nome della fine della libera circolazione degli individui, in nome dei nazionalismi esasperati, in nome della paura dell’altro, in nome della negazione dell’incontro.
Ha vinto distruggendo esclusivamente ciò che di buono l’Unione Europea aveva portato, attraverso decenni di piccole ma decisive conquiste.
E davvero no, non riesco proprio a vederci niente di buono in tutto questo.
Anche se sono semplici (e inutili) filosofeggiamenti.

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