L’eucarestia di Grillo e l’insurrezione del PD

“Questo è il mio corpo”, dice Beppe Grillo a sei grillini in fila chiamati dalla platea e a cui imboccandoli somministra, in una scherzosa, satirica e chiaramente provocatoria “eucarestia farsesca”, grilli secchi.
È la parte finale di “Grillo vs Grillo”, nuovo spettacolo dell’attore genovese andato in scena sabato sera in prima assoluta a Torino.

Spettacolo bello o brutto non lo so, devo ancora vederlo.
Ma di sicuro è uno spettacolo. Dai connotati e dai contenuti “politici” quanto si vuole, ma pur sempre uno spettacolo che, in quanto comico e in quanto incentrato sull’attualità contemporanea, ha nella satira e nella provocazione la sua principale ragion d’essere.
E di cosa ci si stupisce poi? La satira politica, e la provocazione clamorosa, sono il sale dell’arte comica di Grillo sin dai suoi esordi, secoli prima dell’avventura pentastellata.
Invece non solo ci si stupisce come se l’essenza “corrosiva” del Grillo attore la si scoprisse solo oggi, ma da molte parti si è cercato di competere con lui sul piano comico e farsesco.
La feroce indignazione del PD per la scena dell’eucarestia parodiata infatti, in quanto a comico e ridicolo, ha senz’altro superato non solo lo spettacolo di Grillo, ma anche buona parte della storia della commedia italiana.

Fa ridere infatti, ma tanto ridere, sentire il senatore PD Lotti tuonare “da padre mi domando se sia giusto ironizzare su quello che per me è un Sacramento”, mentre non si è mai domandato se sia giusto su come il suo partito, il suo governo e le sue amministrazioni, stiano quotidianamente non ironizzando, ma distruggendo la Costituzione, la Scuola e la Sanità Pubblica, distruggendo la stessa idea di legalità avallando e giustificando la corruzione, il conflitto d’interesse, sostenendo, candidando ed eleggendo indagati e condannati.
E fa ancora più ridere quando, sempre a proposito della scena dell’eucarestia aggiunge: “da cittadino mi domando come fanno a essere credibili questi signori che stanno riducendo la politica a un teatrino”. Sì, fa davvero ridere sentir parlare di “teatrino” un esponente del PD, il partito che pur di rimanere in sella non ha avuto problemi a svendersi né ad Alfano né, soprattutto, a Verdini.

Ma i veri capolavori di comicità esilarante lo compiono prima il deputato PD Anzaldi, che commenta con queste parole la scena della finta comunione: “Che dice la Raggi che aspira a fare il sindaco nella città di San Pietro e del Papa?”; e poi il senatore PD Esposito che in un tweet in merito arriva ad inserire l’hastag ‪#‎ritisabbatici‬

E, giusto per dovere di cronaca, loro, tutti quanti loro – Lotti, Anzaldi, Esposito e il PD nella sua totalità – erano “tutti Charlie”.
Complimenti.

Riccardo Lestini

‪#‎resistenzeRiccardoLestini‬

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