Donne al bar
Insomma oggi pomeriggio dovevo andare a ritirare delle stampe in copisteria, ma come al solito ero in anticipo disumano.
Così per ingannare l’attesa me ne sono andato al bar a prendere un caffè… e al bar, accanto a me, c’era una tavolata di donne di ogni età possibile, nonne, mamme, figlie e nipoti tutte mescolate, tutte insieme in un aperitivo di famiglia o chissà cosa… e ridevano in quel modo che solo le donne quando sono tra di loro sanno fare… e io mi sono perso in quella tavolata, perso e tornato in un solo attimo alla mia infanzia, in collina, quando passavo le mie giornate di bambino in un assurdo, impossibile, gigantesco e vociante gineceo, dove non c’era traccia di maschio… mia nonna, le sue amiche, mia mamma, le mie zie, mia sorella, le mie innumerevoli cugine e le loro innumerevoli amiche, decine e decine di donne in un turbine magico di pianti e risate, grida e bisbigli… e io, unico maschio presente in quel delirio, più piccolo di chiunque, restavo incantato a fissare quel prodigio, quel marasma ancestrale di arcani poteri matriarcali e misteri uterini da cui ero completamente escluso e, anche se allora non capivo perché, ero felice di esserne escluso e al tempo stesso spettatore privilegiato, commosso e stupefatto…
Commosso come oggi, in quel bar in attesa delle mie stampe, a due passi da una tavolata di tre generazioni di donne, a due passi dallo splendido mistero dell’universo….