Morire a 17 anni

è semplicemente assurdo dover parlare di soldi quando c’è di mezzo la morte atroce, tragica e ridicola, di un ragazzo di 17 anni (e quando mai la morte di un 17enne non è tragica e ridicola?)…

è assurdo anche che certa stampa ponga l’accento – al fine di scatenare dibattiti con tutta la nostra categoria – sulle dichiarazioni della madre del ragazzo… lasciamola stare e semplicemente capiamola, questa donna che ha visto partire suo figlio per una gita e non l’ha visto più tornare, alle prese con un dolore così potente e spaventoso che le farà dire cose anche peggiori…

il problema, anzitutto è etico, etico che poi, per riflesso e per ricaduta è anche economico…
nel senso che sì, noi insegnanti abbiamo anche questa responsabilità, o meglio la società chiede e pretende, da parte nostra, questa responsabilità gigantesca, che noi insegnanti, senza tutele, senza indennizzi, senza mezzi e senza strutture, ci assumiamo l’onere spropositato di garantire l’incolumità di decine di adolescenti anche laddove non è umanamente possibile farlo… che la scuola peggiore possibile (perché è questo è il luogo in cui lavoriamo: la peggiore scuola possibile) garantisca il miglior servizio possibile…

in questo senso il problema è anzitutto etico: occorrerebbe, davanti a simili tragedie, anziché prestarsi al gioco del dito puntato, della rissa da bar e della gara a chi è più incompetente e inadeguato, fermarsi a riflettere… constatare che la scuola italiana non ce la fa, non ne ha non solo le condizioni, ma nemmeno i presupposti…
e capire che in simili condizioni, con alle spalle uno stato impossibilitato o disinteressato a investire seriamente e concretamente nell’istruzione come progetto di priorità nazionale, è impossibile assolvere alla molteplicità di compiti che la società ci chiede…

per il resto, rimane la morte di un ragazzo di 17 anni… un ragazzo di cui a stento riesco a guardare le foto, visto che nei suoi occhi rivedo gli stessi dei miei ragazzi…
rimane questo senso immenso di impotenza e di non saper che dire…
e forse no, non c’è niente di sensato da dire… e quindi taccio, che forse di sciocchezze ne ho dette fin troppe..

‪#‎storieRiccardoLestini‬

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