Non lavate questo sangue

Subito dopo aver scritto queste quattro righe chiuderò il pc, staccherò il telefono, uscirò di casa e farò una passeggiata alla ricerca di un po’ di solitudine. Penserò, rifletterò, ricorderò. Soprattutto, ricorderò. Migliaia di ricordi, immagini, pensieri, volantini, mani, voci, persone, pianti, botte, risate, speranze, incazzature, chilometri… Migliaia di ricordi, perché quattordici anni non sono uno scherzo, non lo sono affatto. E saranno i ricordi del mio privato più intimo e vero, quelli che non vorrò mai condividere con nessuno.
Alla dimensione pubblica invece, affido queste poche, sincere – forse scontate – ma (per me) importanti riflessioni.
Oggi, finalmente dopo quattordici anni, la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, ha condannato l’Italia per i fatti della scuola Diaz accaduti durante il G8 di Genova nel luglio 2001, definendo il blitz della Polizia “tortura”.
Oggi, finalmente dopo quattordici anni, è finalmente chiaro e definitivo che AVEVAMO RAGIONE NOI.
Noi. Noi e nessun altro.
Noi protagonisti nostro malgrado di quei giorni infuocati, noi che subito, immediatamente, a blitz ancora in corso abbiamo parlato di “tortura” mentre il resto del mondo ci guardava come fossimo impazziti.
Noi che siamo tornati da Genova con il disperato bisogno di raccontare le atrocità e le violenze subite, noi che nessuno voleva crederci, noi che nessuno voleva nemmeno ascoltarci, noi che tutti guardavano come fossimo i peggiori criminali della storia.
Noi che malgrado tutto abbiamo continuato a crederci, a sbranare strade e chilometri per continuare a cercare e gridare la verità, noi che nell’indifferenza più agghiacciante abbiamo percorso l’Italia in lungo e in largo per raccontare e raccogliere firme affinché anche nel nostro maledetto paese fosse introdotto il reato di tortura.
Noi, generazione spezzata di barricaderos, marchiata a vita dai manganelli di Genova, noi che portiamo sulla pelle e nell’anima i segni indelebili della più gigantesca sospensione dello stato di diritto in epoca contemporanea.
Noi che sempre nella più atroce indifferenza non abbiamo mai smesso di gridare allo scandalo davanti all’inquinamento delle prove, alle menzogne di stato, agli insabbiamenti, alla manomissione delle immagini, alla censura.
Noi che abbiamo scritto libri, girato film, fatto spettacoli, cantato canzoni per non smettere di denunciare tutto questo.
Noi che oggi, almeno in piccola parte, otteniamo uno straccio di risarcimento per tutti questi anni di oblii calcolati e storture premeditate.
Noi che non abbiamo mai voluto lavare il sangue della scuola Diaz dietro falsità comode e rassicuranti.
Oggi non otteniamo giustizia. Ma lo sapevamo già. Lo sappiamo da quattordici anni che non avremmo mai avuto giustizia. Ma se non giustizia, almeno verità, almeno La Verità l’abbiamo sempre pretesa, senza mollare mai.
E oggi, almeno un pezzetto di verità ufficiale ci viene finalmente restituita, a noi e alla Storia Limpida di questo paese.
Certo non basta ancora. Ci sono ancora, circa il G8, quintali di verità taciuta da disseppellire e restituire alla Storia (piazza Alimonda, Bolzaneto, i fatti di strada).
Ma oggi, almeno oggi, va bene così.
E’ il primo soffio d’aria pulita, il primo sospiro. Atteso da quattordici anni.
E adesso scusatemi, ma me ne vado nei miei ricordi.
‪#‎GenovaLiberaSiempre‬
RL

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