Nel boschetto della mia fantasia

Avendo deciso di sputtanarmi a più non posso, definitivamente e senza possibilità alcuna di fare retromarcia, eccomi qua a presentarvi, uno dietro l’altro, gli incredibili personaggi che popolano la mia fantasia quando, con la mia mente, vado a rifugiarmi in un bunker segreto a centinaia e centinaia di chilometri sottoterra…

Chi mi legge, e chi mi segue abitualmente, li avrà già sentiti… in ogni caso, ecco la loro presentazione DEFINITIVA:

tipo chi è il MAIALE GRASSO così tante volte rammentato nei miei deliri?
Che vi posso dire, aficionados… anzitutto che non è una metafora, ma trattasi di maiale vero e proprio, rosa che più rosa non si può, non solo di dimensioni gigantesche, ma in espansione continua visto che, manco a dirlo, mangia come un maiale. Oltre a mangiare, soprattutto, esso Maiale Grasso sputa e bestemmia, tutto il giorno, in continuazione. Sputa perché come tutti i maiali ha un colossale eccesso di salivazione, mentre le madonne le tira perché è incazzato. Dire e/o spiegare i motivi e gli oggetti di tal perenne incazzatura, è impresa ardua anzicheno.
Ce l’ha generalmente, in maniera cieca e spesso immotivata, con tutto e con tutti, pure con voi. Quindi non ve la prendete se a qualunque cosa voi diciate dovesse rispondervi con un generico orcodd… o con altrettanta generica orcamad… è semplicemente fatto così.
Qui nel lestobunker egli funge essenzialmente da guardia, della mia persona (da quando l’ho conosciuto, ero un bambino, lo scateno contro chiunque mi rompa i coglioni oltre misura) e dell’intero anfratto di resistenza.
Infine, se non vi fa schifo un maiale che armeggia con pentole e tegami, bene sapere che è pure un cuoco sopraffino.
E RENOIR invece? Chi è?
Trattasi di stonato senzatetto perennemente strafatto d’erba. Di età impossibile da stabilire, nessuno sa da dove venga, né io riesco a ricordare quando e dove l’ho incontrato. Sostanzialmente, è con me da sempre. D’indole romantica e vagabonda, appassionatissimo di musica e di poesia, se non si fosse fumato il cervello a forza di chilum e canne, sarebbe di certo stato, che so, un grande artista, o più probabilmente uno dei filosofi più illuminati della storia, tipo Aristotele o Cartesio, per intenderci. Invece, è un abulico clochard che parla e sproloquia tutto il giorno rollando canne a manetta. Si muove come fosse una marionetta e ha addosso sempre gli stessi vestiti sudici e puzzosi, metà clown e metà gondoliere. Seguirlo nei discorsi e/o ragionamenti, lo dico per vostro bene, può sembrare affascinante, ma se non siete fatti o ubriachi pure voi, risulterà impossibile capirne e carpirne il senso più profondo. Esso Renoir è completamente inadatto a qualsiasi attività pratica (per cambiare una lampadina è in grado di far saltare l’impianto elettrico di un intero comune), qui nel lestobunker ha la mansione di dare consigli illuminanti e incomprensibili (adoriamo contrasti e paradossi, quaggiù), nonché di curare direttamente la rubrica del giovedì dedicata alla musica.
Che dire invece di BRANDO?
Questo soggetto è un feroce punkabbestia di circa trentotto anni, truce, atroce, sboccato, violento, tendente all’alcolismo, di natura barricadera e, soprattutto, maniaco sessuale mai pentito. Perennemente allupato, ossessionato dalle femmine e in particolar modo dalla cameriera tettona Eularia (di cui parleremo meglio tra poco). È furiosamente e continuamente incazzato contro il sistema, prende a botte (e fa molto male, tanto per mettervi in guardia) chiunque ritenga essere troppo allineato con l’establishment. Ma soprattutto è furiosamente e continuamente incazzato contro la sua perenne e prolungata astinenza sessuale, visto che il principale obiettivo della sua vita è riuscire a toccare le tette di Eularia, impresa tentata infinite volte e infinite volte fallita. Oltre che menare e masturbarsi, con le mani sa fare qualsiasi cosa, tipo montare, smontare e aggiustare qualsiasi oggetto. Decisivo nel trasloco e nell’arredamento di tutto il lestobunker, assieme a Renoir cura la rubrica musicale del giovedì.
Da quando lo conosco me lo porto sempre accanto nei cortei e nelle manifestazioni. Per la cronaca, lo incontrai all’inizio degli anni novanta, in centro a Perugia: era ubriaco marcio di vino bianco frizzante marca Zonin, e fu amore a prima vista. Niente commenti: l’amore, sapete da soli, è cieco.
DIEGO ARMANDO invece, è un alieno viola. Pure in questo caso, nessuna metafora. Esso essere è veramente un alieno, nel senso che viene dallo spazio, da una galassia lontanissima e dal nome non pronunciabile e non traferibile in nessuno degli alfabeti terrestri. Non ha gambe e non ha braccia, è una sorta d’uovo gigante interamente viola, con due luccichini gialli al posto degli occhi. Saggio, pacato e razionale, sa parlare la nostra lingua perfettamente, ogni tanto con scarsi risultati prova a insegnarci alcune espressioni tipiche del suo linguaggio spaziale. Il suo popolo è enormemente più evoluto del nostro. Nel suo pianeta, tanto per dirne una, gli avvocati si sono estinti tre milioni di anni fa, visto che da allora la loro clamorosa intelligenza gli permette di risolvere autonomamente e pacificamente qualsiasi controversia. Piombato sulla terra il 18 luglio 1995, stessa sera in cui l’ho conosciuto, ha deciso di fermarsi per due motivi: il primo è la passione per il cinema, che dalle loro parti pare non sia praticato, il secondo è l’assoluto stupore nei confronti dell’idiozia terrestre, che ha deciso di osservare, studiare e commentare. Nel lestobunker, inutile dirlo, è il nostro faro e, altrettanto inutile dirlo, cura la rubrica cinematografica del sabato.
Dalle sue parti, dimenticavo, si sono estinti pure gli assessori.
Si diceva prima di EULARIA. Chi è costei?
Trattasi di cameriera tettona di 27 anni. Minuta, graziosa, vita di vespa ma con due tette assurde, gigantesche, spropositate, sproporzionate, disumane. Vedere la sua persona da lontano, è impresa assai complicata, visto che l’intero suo corpo, osservato da determinate prospettive, risulta interamente oscurato dalle sue ciclopiche mammelle. Ingenuità e svampitaggine fatta persona, la nostra Eularia indossa con disinvoltura omicida abiti succinti e strizzati, minuscoli centimetri di stoffa che mandano al manicomio nove uomini su dieci. Eppure, la nostra amata fanciulla, è castissima, purissima e mai si concede ad alcuno. Principale occupazione nella vita, è quella di sfuggire alle reiterate cariche in stile muflone sardo del feroce e allupato punkabbestia Brando.
Precisazione d’obbligo: tra essa pulzella e il sottoscritto lestoscrivente, non v’è nulla oltre una sincera stima letteraria, nonché una feconda collaborazione che si concretizza ogni settimana nella rubrica letteraria del venerdì.
E infine c’è FEFO.
Lui l’abbiamo nominato poco in questi giorni, forse mai. Il perché è presto detto: nel lestobunker (e nella vita in genere) non fa un cazzo. Ma proprio un cazzo di niente. Era un avvocato fino a qualche tempo fa, pare pure molto capace, ma poi per ragioni che nessuno di noi sa è improvvisamente impazzito. Da quel giorno non fa un’emerita ceppa, tranne che dire sempre e soltanto “sti cazzi”, in continuazione, ossessivamente, come un mantra, dalla mattina alla sera.
Ha qualcosa tipo quarantacinque-cinquant’anni.
Nonostante la sua completa inutilità e soprattutto nonostante sto ritornello de “sti cazzi” sette giorni su sette, noi gli si vuole bene, e pertanto lo si tiene con noi.
E questo è tutto. Per chi volesse sottopormi a TSO, troppo tardi: quaggiù, nel mio bunker, nessuno può raggiungermi!!

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