Sono uno scrittore di nicchia

Sono uno scrittore di nicchia. I miei libri non si trovano negli autogrill e se li ordini ci vuole un po’ più di qualche giorno, prima che arrivino.
Sono uno scrittore di nicchia. I libri che scrivo non li presento in televisione e non ho, per loro, a disposizione le pagine dei grandi quotidiani. Mi tocca affidarli al tam tam del web, al passaparola, alla curiosità eroica di qualche donchisciottesco assalitore di strade poco battute, a librerie silenziose che ancora credono negli incontri tra le pagine.
Sono uno scrittore di nicchia. Ne ho pubblicati tre di libri. I miei lettori sono appena qualche migliaio. Un gruppo di aficionados, più che un pubblico vero e proprio.
Sono uno scrittore di nicchia. Forse il ‘grande’ mercato e il ‘grande’ pubblico deve ancora scoprirmi. Forse il ‘grande’ mercato e il ‘grande’ pubblico non vuole scoprirmi. Forse sono stato sfortunato. Forse non ho conoscenze che contano. Forse le cose che scrivo fanno cagare.
Non importa. Nicchia o non nicchia non faccio lo scrittore, sono uno scrittore.
Sono uno scrittore. Frugo nell’immondizia delle anime, spio gli sconosciuti, ho sogni malati e desideri torbidi. Rubo le vite altrui, vivo ciò che non mi appartiene, mi ubriaco di gente e sfuggo a chiunque.
Sono uno scrittore. Un corsaro di passaggi proibiti, un pirata dell’amore, un ozioso travestito da impegnato.
Uno scrittore, un uomo del passato, un incidente cronologico. Un malato, un perdente, uno sconfitto. Amo gli sbagli, l’incoerenza. Non ho un soldo, possiedo solo dubbi che mi fanno franare continuamente sulle mie stesse convinzioni. La contraddizione è il mio unico credo, la confusione perenne il mio karma.
Sono uno scrittore. Soccombo sempre nelle piccole grandi schermaglie quotidiane, negli scontri diretti, nei confronti serrati di ogni giorno.
Sono uno scrittore e non ho quasi mai ragione. A volte mi capita di vincere, in modo assurdo ed eroico. Ma più spesso perdo.
Quasi sempre perdo, perché sono uno scrittore e non rinuncio mai a giocare. Non rinuncio mai al caos festante del mercatino della vita.

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